La mafia in Romagna c’è, investe, ma non si vede

La criminalità organizzata di stampo mafioso in Romagna e in particolare a Rimini è una presenza che riesce a passare inosservata, non del tutto, ma quasi. Si vedono solo le orme, ovvero i cosiddetti reati spia, segnali evidenti della sua familiarità col territorio. Franco La Torre, figlio di Pio assassinato da Cosa nostra nel 1982, ha parlato ieri sera a Santarcangelo di Romagna

“La criminalità organizzata di stampo mafioso in Romagna e in particolare a Rimini è una presenza che riesce a passare inosservata, non del tutto, ma quasi. Si vedono solo le orme, ovvero i cosiddetti reati spia, segnali evidenti della sua familiarità col territorio. C’è più mafia di quella che è stata trovata fino ad oggi”. Lo aveva detto esattamente un anno fa la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, in visita a Rimini e presso la Repubblica di San Marino, e oggi questo monito è stato ribadito da Franco La Torre, figura di spicco del movimento antimafia, da anni impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata, e figlio di Pio, sindacalista e uomo politico ucciso da Cosa nostra il 30 aprile 1982 per aver proposto la legge che introduceva il reato di associazione mafiosa, entrato a far parte del Codice penale con l’articolo 416-bis.

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