Terremoto Marche: un anno dopo

Una giornata tra le macerie delle Marche. Meglio, una giornata tra le speranze di una gente coraggiosa e forte che s’è rimboccata le maniche per ricominciare a vivere: “Superata la prima fase, quella dell’emergenza – dice con soddisfazione e un pizzico d’orgoglio il vicesindaco di San Ginesio – abbiamo completato la seconda, quella della messa in sicurezza. Ora inizierà la ricostruzione.” A un anno dal terremoto che ha colpito Amatrice e poi Norcia, abbiamo voluto visitare paesi e cittadine ai margini dell’epicentro di cui nessuno parla: Visso, Pieve Torina, Caldarola, San Ginesio, San Cassiano. Ha organizzato i vari appuntamenti e mi accompagna Fermano Nobili, ben conosciuto qui fin dal terremoto che, vent’anni fa, colpì Assisi e Foligno, nonché Scopoli, dove la diocesi di Crema allestì un centro di aiuto: sabato prossimo è previsto un grande ritorno di tutti i volontari per ricordare il 20° anniversario di quelle terribili scosse e festeggiare la ricostruzione.

VISSO
È proprio Scopoli il nostro “campo base” da cui partiamo per raggiungere, dopo la sosta per un caffè a Colfiorito, innanzitutto Visso: primo impatto con le conseguenze del sisma. Un paese fantasma, le case abbandonate, restano ancora le macerie di drammatici crolli recintati con la scritta “zona rossa”; vie intere con edifici ancora in piedi ma gravemente danneggiati, il campanile della bella parrocchiale messo in sicurezza, ma troviamo anche una chiesetta crollata. Poco fuori dal paese si sta ancora spianando un largo spazio per costruire casette in legno che dovranno ospitare gli sfollati… dopo un anno non sono ancora pronte. E chi ritornerà, ci chiediamo? Il contatto con il parroco purtroppo non è possibile per un disguido. Parliamo solo con i vigili del fuoco: il loro compito è il soccorso tecnico nell’accompagnare al ricupero dei beni privati.

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