Ulss 2 e Upv alleati per la vita: volontari negli ospedali per “prevenire” l’aborto

“Uniti per la vita” nei presidi ospedalieri e nei consultori per “un servizio di ascolto, supporto e aiuto”. L’associazione si rende “disponibile ad essere interpellata a chiamata per le situazioni di incertezza nella scelta di interruzione volontaria di gravidanza”. Si tratta del primo caso in Italia, in applicazione degli articoli 1 e 5 della legge 194.

Dovrebbe essere una cosa “normale”: dare attuazione all’articolo 1 della legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, articolo che impone di evitare “che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”. Così come dovrebbe essere una cosa normale dare attuazione all’articolo 5, che prevede di “far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”. Assume invece una portata “storica”, e costituisce un’esperienza unica in Italia il fatto che una Ulss prenda sul serio l’attuazione di tali articoli.

Esperienza pilota a livello nazionale
L’Ulss è proprio quella di Treviso. Il 25 settembre scorso, nella sede di villa Carisi, è stata firmata la convenzione tra l’Ulss 2 e Uniti per la vita Cav Mpv Treviso onlus, nelle persone del direttore generale Francesco Benazzi e della presidente di Upv Angela Calesso. L’iniziativa costituisce davvero un’esperienza pilota, tanto che si è “scomodato” perfino il presidente nazionale del Movimento per la vita, Gian Luigi Gigli, che era presente al momento della firma.
La convenzione autorizza l’associazione a svolgere attività di volontariato in favore degli utenti presso i presidi ospedalieri e i Consultori dell’Ulss 2 Marca Trevigiana e precisa che “tale attività consiste nel promuovere le finalità dell’associazione e garantire un servizio di ascolto, supporto e aiuto a sostegno delle donne e delle coppie che si trovano ad affrontare una gravidanza difficile”.

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