“Le nostre comunità troppo abituate a ricevere tutto dal prete”

Mentre ancora si discute sui fatti di cronaca che hanno coinvolto due sacerdoti padovani, il nuovo vicario generale, don Giuliano Zatti afferma: "Abbiamo bisogno di riflettere insieme di più, di interrogarci sui fatti dolorosi che stiamo vivendo. È un problema dei preti? Forse, più in generale, è un impegno che tutta la comunità deve assumersi per costruire relazioni diverse: nella verità e in una autentica fraternità di vita"

borca (bl) . (c) giorgio boato

«In questi giorni – riflette il vicario generale don Giuliano Zatti – siamo accompagnati dalla Lettera agli Ebrei, che si sofferma sul sacerdozio di Cristo. Qual è la novità della sua presenza tra noi? La misericordia! Non lo dico perché siamo reduci dall’anno santo, ma perché tutti noi facciamo come credenti l’esercizio di una misericordia che ci precede, che ci è donata, e che va condivisa. Attendiamo tutti di essere rimessi in piedi. Allora credo che, pur in mezzo a tanti impegni pastorali, dovremo trovare tempi, luoghi, modi per leggere assieme certi fatti che oggi ci cadono addosso, per chiedere perdono, per dare un nome ai disagi che vediamo manifestarsi e individuare qualche correttivo».

Da dove partire?

«Forse proprio nei momenti di difficoltà sentiamo con più chiarezza che viene chiesto a tutti, senza distinzioni, un esercizio di verità e di attenzione reciproca: tra preti, tra preti e comunità, tra generazioni. Per crescere insieme, in un reciproco sforzo di conoscenza e al tempo stesso nella consapevolezza che siamo davvero tutti corresponsabili. Nel bene e nel male».

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