È passato un mese da quando, il 29 dicembre 2020, un forte sisma di magnitudo 6.4 ha colpito la Croazia con epicentro la città di Petrinja, 44 chilometri a sud-est di Zagabria, facendo registrare notevoli danni, 8 vittime e decine di feriti.
Il numero complessivo di edifici danneggiati si aggira intorno alle 40mila unità, la maggior parte si trova nell’area di Petrinja, Sisak, Glina, Majske Poljane ed altri centri vicini.
Gli sfollati sono circa 20mila. Particolarmente danneggiato anche il patrimonio ecclesiastico della diocesi di Sisak, la più colpita dalle scosse: il bilancio dei danni parla di “17 chiese distrutte dal sisma, 15 quelle gravemente danneggiate e 7 quelle parzialmente danneggiate. Gravi danni anche per 7 case parrocchiali, 6 monasteri e 24 cappelle.
“Non molliamo, non ci arrendiamo”: è lo stato d’animo con cui, a distanza di un mese, gli abitanti del cratere sismico, un’area di oltre 2000 km. quadrati, stanno affrontando il post terremoto. A raccontarlo al Sir è il vescovo di Sisak, mons. Vlado Kosic, che sin da subito, è sul posto per portare aiuto e vicinanza ai terremotati. Azioni rese possibili grazie ad una rete di oltre 1000 volontari, coordinati dalla Caritas di Sisak e da quella nazionale croata, che si alternano ormai da un mese 24 ore su 24, nell’enorme magazzino, organizzato proprio a Sisak, dove vengono stoccati, smistati e distribuiti gli aiuti in arrivo da ogni parte del Paese e anche dall’estero.
La consegna degli aiuti è resa difficile dalla lontananza di alcuni villaggi interni dove non arrivano strade. Qui sono rimaste molte famiglie che hanno scelto di non abbandonare campi e animali, loro unica fonte di sostentamento.
La gara di solidarietà, dopo un mese, non accenna a diminuire e al centro di Sisak continuano ad affluire tonnellate di aiuti. Gli ultimi sono arrivati il 27 gennaio dalla Caritas Ungheria e dalla diocesi magiara di Pécs: due camion di materiali da costruzione, cibo in scatola, prodotti per l’igiene, stufe, teloni e due moduli abitativi per i terremotati che sono andati ad aggiungersi ai 100 già acquistati, grazie a donazioni, da Caritas Croazia che li sta consegnando dal 16 gennaio. Altri 100 moduli sono stati ordinati. Per il nuovo acquisto verranno impiegati anche i 100 mila euro donati da Papa Francesco, tramite il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale che li ha fatti pervenire alla Caritas Croazia tramite la Nunziatura apostolica nella Repubblica di Croazia.
Il nunzio, mons. Giorgio Lingua, ne ha informato per iscritto il presidente della Caritas croata, mons. Bože Radoš. “La Caritas Croazia – ha detto mons. Radoš – ringrazia al Santo Padre Francesco per la vicinanza in preghiera e l’aiuto materiale affinché ai residenti rimasti senza casa sia assicurato temporaneamente uno spazio sicuro e caldo”. “Ogni giorno assistiamo alla generosità di tanti volontari, cittadini e aziende, e ci ha rallegrato in modo particolare il gesto di Papa Francesco, che ha deciso di agire in modo tempestivo e concreto proprio attraverso la Caritas Croazia”, ha affermato il direttore della Caritas Croazia, mons. Fabijan Svalina. La prossima settimana arriverà a Sisak un nuovo carico di aiuti questa volta dalla diocesi ungherese di Sambotel, mentre a metà febbraio la Caritas Ungheria lancerà colletta da inviare in Croazia.
La solidarietà dei musulmani. Solidarietà è arrivata anche dal mondo musulmano: una delegazione del Meshihat della Comunità islamica in Croazia, guidata dal mufti Aziz Hasanović, si è recata, il 25 gennaio, in visita alle zone terremotate di Sisak e Petrinja. La delegazione Meshihat, che includeva anche ambasciatori di Turchia, Azerbaigian, Iran, Marocco, Egitto, Algeria, Libia, Malesia, Indonesia e Iraq, è stata accolta dal vescovo locale, mons. Vlado Košić che ha ringraziato il mufti Hasanović per la presenza e l’aiuto che la Comunità islamica ha inviato ai terremotati.
L’azione della Caritas va di pari passo con quella governativa. A tale riguardo, il 27 gennaio, il vescovo Košić ha ricevuto a Sisak il vice primo ministro Tomo Medved per parlare delle attività intraprese per assistere la popolazione e ripartire con la ricostruzione. Restano vive e attuali le parole di Suzana Borko, vice direttrice di Caritas Croazia e responsabile per le emergenz, rilasciate al Sir poche ore dopo il sisma: “nessuno sarà abbandonato. Resteremo con loro fino alla fine. Questa è la nostra missione, la missione della Chiesa. Li aiuteremo a ricostruire e a ricostruirsi”.