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Montenegro: proteste di piazza e scontri con la polizia. Metropolita Hilarion (Mosca) invoca “dialogo costruttivo” per pace civile

Arresto nella notte del 14 maggio di un vescovo e sette sacerdoti della diocesi di Nikšić in Montenegro per una processione non autorizzata a causa delle misure anti-Covid. Dietro la vicenda, l'irrisolta questione della legge sulla libertà religiosa approvata dal Parlamento di Podgorica che ha infiammato le relazioni tra Serbia e Montenegro. Appello da Mosca del Metropolita Hilarion al “dialogo costruttivo”, unica via - dice - per “ristabilire la pace civile e l'armonia nella società”

Proteste di piazza, scontri con la polizia. In Montenegro la tensione purtroppo rimane altissima. Ieri notte, alle 2, il vescovo di Budimlja-Nikšić Joannice della Chiesa ortodossa serba in Montenegro e sette sacerdoti della diocesi, dopo essere stati interrogati per due ore nel centro di sicurezza di Nikšić e poi dal pubblico ministero, sono in stato di arresto per 72 ore. Al centro dell’accusa, una processione che si è svolta a Nikšić, in onore del santo locale, San Basilio di Ostrog. Questa processione non era stata autorizzata a causa delle misure contro il Coronavirus, né era stata richiesta dal vescovo e dai sacerdoti. A promuoverla è stata la popolazione locale che, di propria iniziativa, si è radunata in gran numero davanti alla Cattedrale di Nikšić. Sul posto sono intervenuti un gran numero di agenti di polizia che hanno arrestato il vescovo e i sacerdoti. Quest’ultimi però si sono rifiutati di entrare nel furgone della polizia ed hanno raggiunto il centro di sicurezza con i propri mezzi. Il clero rimasto sul luogo della processione ha chiesto alle persone che si erano schierate in difesa del proprio vescovo, di disperdersi e di non attaccare la polizia.

La notizia si è rapidamente diffusa nella regione dei Balcani che da mesi sta rivivendo un momento di fortissima tensione generate in seguito alla promulgazione di una legge sulla libertà religiosa da parte del Parlamento di Podgorica. Il provvedimento prevede che le comunità religiose del Montenegro forniscano prova dei loro diritti di proprietà antecedenti al 1918. I cittadini erano scesi in strada alla fine dell’anno 2019 nella capitale serba Belgrado e in varie città del Montenegro a sostegno della Chiesa serba ortodossa perché a loro parere la legge – “incostituzionale e discriminatoria” – mira ad una nazionalizzazione dei beni della Chiesa ortodossa serba in Montenegro spogliandola della sua proprietà, inclusi monasteri medievali e chiese.

A difesa della Chiesa ortodossa serba in Montenegro è sceso di nuovo in campo il Patriarcato di Mosca. In una dichiarazione rilasciata all’agenzia russa Ria Novosti, il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne, il Metropolita Hilarion ha detto che “la Chiesa ortodossa russa è profondamente allarmata” per l’arresto fatto dalla polizia montenegrina del vescovo Joannice di Budimlje-Nikšić e di sette chierici della Cattedrale di Nikšić, nonché “per le informazioni sul trattamento umiliante inflitto a questi ecclesiastici ortodossi”. Il Patriarcato di Mosca sostiene pertanto l’appello lanciato da Sua Santità il Patriarca Ireneo e dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa serba “per la rapida liberazione dei detenuti”. Da Mosca, il Patriarcato esorta ad avviare “un dialogo costruttivo tra le autorità del Montenegro e la gerarchia della Chiesa ortodossa in questo paese. Solo un tale dialogo ristabilirebbe la pace civile e l’armonia nella società, disturbate da una serie di manifestazioni di ostilità contro la Chiesa ortodossa serba”, si legge nella Dichiarazione.

La vicenda dell’arresto è stata al centro di una telefonata tra il presidente serbo Aleksandar Vučić e il patriarca di Serbia Ireneo che in un comunicato congiunto “hanno espresso grande preoccupazione” invitando la popolazione ad agire “in modo pacifico e calmo, in un momento in cui nessuna persona ragionevole può desiderare problemi e conflitti”. Nel comunicato, il Patriarca di Serbia Ireneo ha ricordato che le ostilità dello Stato del Montenegro nei confronti della Chiesa ortodossa serba sono iniziate con “l’adozione della controversa legge sulla libertà religiosa, in flagrante disprezzo della richiesta della Chiesa ortodossa serba di essere trattata allo stesso modo con tutte le altre chiese e denominazioni e per la difesa dei diritti che ha avuto per secoli. Il presidente Vučić ha dato “il suo pieno sostegno” al Patriarca di Serbia Ireneo e ai vescovi della Chiesa ortodossa serba in Montenegro auspicando che “tutti i problemi che affrontano vengano risolti dal dialogo, in modo pacifico, nel pieno rispetto e la piena libertà dei fedeli della Chiesa ortodossa serba” nella certezza – si legge nel comunicato – “che l’arcivescovo Joannice e gli altri sacerdoti arrestati saranno rilasciati il ​​più presto possibile”.

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