This content is available in English

Attacco russo a Sumy. Salito a sette il numero dei bimbi morti. Appello unanime delle Chiese: “Basta spargimenti di sangue”

È purtroppo salito a sette il numero di bambini morti tra le 34 vittime del pesante raid russo di ieri a Sumy. I feriti sono 119, tra cui 15 bambini. Lo ha annunciato la portavoce del Servizio di emergenza statale nella regione di Sumy, Oleg Strelka. È forte oggi lo sdegno di tutti. Appello unanime delle Chiese “ai responsabili di tali riprovevoli attacchi affinché cessino di spargere sangue innocente nel perseguimento delle loro ambizioni territoriali e politiche”

(Foto ANSA/SIR)

Lacrime che si aggiungono alle lacrime. E’ purtroppo salito a sette il numero di bimbi che sono morti tra le 34 vittime nel pesante raid russo ieri a Sumy. E sono 119 i feriti, tra cui 15 bambini. Lo ha annunciato la portavoce del Servizio di emergenza statale nella regione di Sumy Oleg Strelka. Ed è forte oggi lo sdegno di tutti, a partire dal  Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose che in una Dichiarazione, scrive: “Attraverso queste azioni constatiamo che per uno Stato che si autodefinisce ‘Santa Rus’, in realtà non vi è nulla di sacro. È assente il più elementare rispetto per il valore della vita umana, per non parlare del rispetto verso la celebrazione delle festività del cristianesimo e dell’ebraismo”. “Noi, capi delle Chiese e delle organizzazioni religiose ucraine – prosegue la nota -, condanniamo fermamente gli atti terroristici perpetrati dalla Federazione Russa contro le città e i villaggi dell’Ucraina”.

“Rivolgiamo un appello alle principali potenze mondiali affinché adottino tutte le misure necessarie per fermare l’aggressione militare russa contro l’Ucraina e per rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendersi e di proteggere vite umane”.

(Foto AFP/SIR)

Anche il Consiglio mondiale delle Chiese lancia un appello e si rivolge direttamente “ai responsabili di tali riprovevoli attacchi affinché cessino di spargere sangue innocente nel perseguimento delle loro ambizioni territoriali e politiche. Facciamo appello alla comunità internazionale affinché protegga le vittime da tali aggressioni e chiami i responsabili a risponderne con tutti i mezzi disponibili”. In una nota il Rev. Jerry Pillay, segretario generale del Wcc, ricorda che solo una settimana fa, il 4 aprile scorso, un missile balistico russo ha colpito un parco giochi a Kryvyi Rih, nell’Ucraina centrale, uccidendo 19 civili, tra cui nove bambini. Ma l’attacco missilistico balistico russo avvenuto ieri a Sumy è stato “ancora più letale”.

“Anche in questa Settimana Santa, la brutalità e la malvagità umana non si placano, ma continuano a mietere vittime innocenti”.

“Nel nome del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo – assicura Pillay, a nome di tutte le Chiese membro del Wcc -, preghiamo per la pace in questa Settimana Santa, per la fine di questa violenza e per una conversione delle menti concentrate sulla guerra in cuori che cercano la pace e la giustizia su cui si fonda la vera pace”.

In Ucraina, le persone sono sotto choc. “Con dolore – dice mons. Vasyl Tuchapets, esarca greco-cattolico di Kharkiv, nel cui territorio si trova la città di Sumy – tutti noi abbiamo ricevuto la notizia di un brutale colpo su Sumy. I missili russi hanno colpito il centro della città. Il giorno in cui la gente si preparava a celebrare la grande festa cristiana dell’Ingresso del Signore a Gerusalemme, è diventato un giorno di dolore per Sumy e per tutta l’Ucraina”. Non ci sono più parole. “Più di 30 persone sono state uccise, più di 80 sono rimaste ferite e ci sono bambini tra le vittime”, riesce a dire il vescovo. “Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime. Preghiamo per i morti e i feriti”.

Usa parole durissime di condanna il vescovo (latino) della diocesi di Kyiv-Zhytomyr, Mons. Vitaliy Kryvytskyi. “Alcuni politici hanno già dimenticato l’assioma: non si può negoziare con i terroristi”, scrive il vescovo in una dichiarazione su facebook rilanciata dalla Conferenza episcopale ucraina. Il vescovo mette in guardia i politici dallo stringere “un accordo senza giustizia e moralità”, finalizzando le trattative ad un “arricchimento a spese però di un denaro intriso di odio e sangue”. E aggiunge:

“Dio è il loro giudice. Così come la storia. Anche i dittatori sanguinari e i loro complici troveranno il loro posto nei libri di testo della storia futura, come esempio vergognoso”.

Altri articoli in Europa

Europa