“Data la rilevanza degli strumenti della comunicazione sociale, la Chiesa in Europa non può non riservare particolare attenzione al variegato mondo dei mass media (…) Speciale cura si porrà nella scelta di persone preparate per la comunicazione del messaggio attraverso i media. Molto utile sarà pure lo scambio di informazioni e di strategie tra le Chiese sui diversi aspetti e sulle iniziative concernenti tale comunicazione”.
Su questo passaggio della esortazione apostolica post sinodale di Giovanni Paolo II “Ecclesia in Europa” si era avviato ed era cresciuto il dialogo anche con mons. Noël Treanor, allora segretario generale della Commissione degli episcopati della comunità europea (Comece).
Nel tempo tra la seconda Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Europa (1999) e la pubblicazione della lettera post sinodale Ecclesia in Europa (2003) si era affacciata ed era maturata l’idea di dar vita a un’agenzia giornalistica ecclesiale europea. Il Sir (Servizio informazione religiosa) nato nel 1989 si poneva come base di partenza per questa avventura sostenuta dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee tramite il segretario generale, mons. Aldo Giordano, e con l’incoraggiamento del card. Camillo Ruini, allora presidente della Conferenza episcopale italiana, che leggeva questa scelta come un servizio della Chiesa italiana alle altre Chiese d’Europa.
Mons. Treanor si coinvolse immediatamente, con lui ci si confrontava sull’identità e sul compito di un’agenzia ecclesiale europea tenendo conto dei diversi impegni delle singole Chiese europee nell’ambito della comunicazione ma anche della necessità di dar voce di sintesi a un’esperienza comune.
“È molto importante – affermava – che riusciamo a comunicare più diffusamente possibile la vita e il pensiero delle Chiese che sono in Europa e dei due organismi ecclesiali europei, la Comece e il Ccee. Occorre pensare e agire insieme rendendo tutti protagonisti di questo percorso. Ci vorrà tempo ma questa è una strada e ancor più una testimonianza di unità nelle diversità”.
Il “sogno” condiviso anche con mons. Giordano era quello di un’agenzia che trasmettesse con linguaggio giornalistico l’annuncio del Vangelo in Europa e non una semplice questione organizzativa o strategica.
“Sarà un lavoro lungo e paziente – aggiungeva sempre con il suo tipico sorriso – dobbiamo avere fiducia, dobbiamo convincere i dubbiosi, dobbiamo lavorare per una comunicazione che aiuti a cogliere i segni della presenza di Dio nella cronaca e nella storia del cammino europeo”. Di questo percorso avviato se ne parlava spesso e perfino nel giorno della sua consacrazione episcopale nel duomo di Belfast non mancò un accenno. Vescovo della diocesi Down e Connor scelse il motto episcopale “Camminate come figli della luce” nel quale si racchiudeva il senso del suo servizio anche nell’ambito della comunicazione.
SirEuropa è oggi una realtà consolidata e in crescita, l’avventura continua sempre più autorevole e attendibile. In questa continuità c’è un segno di gratitudine per mons. Noël Treanor morto improvvisamente all’età di 73 anni l’11 agosto scorso e per mons. Aldo Giordano, vittima del Covid nel 2021 all’età di 67 anni. Il primo era subentrato al secondo nel servizio di nunzio apostolico presso l’Unione europea: entrambi, anche per noi giornalisti, testimoni e maestri.
Noël Treanor, testimone e maestro
SirEuropa è oggi una realtà consolidata e in crescita, l’avventura continua sempre più autorevole e attendibile. In questa continuità c’è un segno di gratitudine per Noël Treanor morto improvvisamente all’età di 73 anni l’11 agosto scorso e per mons. Aldo Giordano, vittima del Covid nel 2021 all’età di 67 anni. Il primo era subentrato al secondo nel servizio di nunzio apostolico presso l’Unione europea: entrambi, anche per noi giornalisti, testimoni e maestri