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Preghiera per la pace a Kiev: “La guerra è contro Dio e non ha mai scuse” 

Un’invocazione di pace ieri sera in piazza Santa Sofia di Kyiv, cuore religioso del Paese. Sul palco si alternano vescovi cattolici e greco-cattolici, rappresentanti delle Chiese armeno apostolica, gli avventisti del Settimo Cielo, gli evangelici ma anche ebrei e membri della Comunità islamica. Ad animare l’iniziativa ci sono i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che con il Progetto Mean (Movimento europeo non violento) sono arrivati a Kyiv per dire con la loro presenza che il popolo ucraino non è lasciato solo. A seguire virtualmente dall’Italia, 25 “piazze” dal Nord al Sud del Paese. “Chi è venuto oggi a Kiev – ha detto il nunzio apostolico mons. Kulbokas - si assume la guerra sulle proprie spalle. Significa dire: 'Quando attaccate l'Ucraina, state attaccando e aggredendo anche noi'”

Mean, preghiera in piazza Santa Sofia a Kyiv (foto Biagioni/SIR)

(Da Kyiv) Una lunghissima invocazione di pace ieri sera in piazza Santa Sofia di Kyiv, cuore religioso del Paese. Si è svolta in una città attraversata continuamente dal suono degli allarmi, dove l’elettricità va a singhiozzi e la notte sprofonda nel buio. Una città dove la guerra ha colpito la parte più preziosa di una società, i bambini, con l’attacco all’ospedale pediatrico di lunedì 8 luglio. Un minuto di silenzio. Canti e orazioni. Sul palco si alternano vescovi cattolici e greco-cattolici, rappresentanti delle Chiese armeno apostolica, gli avventisti del Settimo Cielo, gli evangelici ma anche ebrei e membri della comunità islamica. Ad animare l’iniziativa ci sono i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che con il Progetto Mean, Movimento Europeo di Azione nonviolenta, sono arrivati a Kyiv per dire con la loro presenza che il popolo ucraino non è lasciato solo.

Un momento della preghiera per la pace a Kyiv (foto Biagioni/SIR)

Le preghiere vengono lette in italiano e in ucraino. Si prega perché il Dio della pace possa aprire “il cuore degli uomini al dialogo” e perché “sul ricorso alle armi prevalga il negoziato, sull’incomprensione l’intesa, sull’offesa il perdono, sull’odio l’amore”. A seguire virtualmente dall’Italia, 25 “piazze” dal Nord al Sud del Paese, in una presa diretta che è stata rilanciata in piazza Santa Sofia di Kyiv, su un mega schermo. In collegamento da Montecassino, dom Luca Fallica, ricorda che l’11 luglio è il giorno in cui si fa memoria di San Benedetto, patrono dell’Europa, “messaggero di pace, costruttore di unità, maestro di civiltà”. Prende la parola anche il card. Edoardo Menichelli: “vorrei affidare a tutti noi una responsabilità, il coraggio di essere discepoli di perdono e misericordia perché la pace è una profezia consegnata ad ognuno di noi. Cessino le armi, la distruzione, la morte. Signore, dona sapienza a chi governa le Nazioni perché sappiano guardare alla pace come un dono prezioso non solo per l’Ucraina ma per il mondo intero”.

Il mega schermo con le 25 piazze italiane collegate (foto Biagioni/SIR)

La guerra – dice mons. Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico in Ucraina che ha fortemente sostenuto questa iniziativa – non è soltanto contro l’uomo, contro l’Ucraina. La guerra è contro Dio. Ci siamo riuniti in preghiera, perché questa è la nostra forza. Però anche l’uomo deve fare la sua parte per costruire la pace. Perciò chi è venuto oggi a Kiev si assume la guerra sulle proprie spalle”.

“Significa dire: ‘quando attaccate e aggredite l’Ucraina, state attaccando e aggredendo anche noi’. Significa dire con grande umiltà e con coraggio che la guerra non ha mai scuse”. 

Il gruppo era stato in visita in mattinata all’ospedale pediatrico di Kyiv. “Avete visto cosa fa la guerra contro i bambini”, dice il nunzio. “Il linguaggio di pace è dire NO. No alla guerra. No all’aggressione. La nostra preghiera sia coraggiosa e fiduciosa”. 

I leader religiosi in piazza Santa sofia (foto Biagioni/SIR)

Dal palco si ricordano tutte le popolazioni che nei diversi luoghi dell’Ucraina soffrono per le ingiustizie causate dalla guerra. E’ Lucio Turra della presidenza nazionale dell’Azione Cattolica a nominarle: le persone sfollate, lontane da casa, i giovani e i soldati al fronte , gli anziani soli, i volontari e tutte le persone di buona volontà. Gli scout ucraini salgono sul palco per raccontare come è cambiata la loro vita e il loro servizio ai giovani del paese con l’aggressione russa su vasta scala. Elena Possia, del Movimento dei Focolari del Belgio, legge invece una preghiera scritta dalla presidente Margaret Karram: “PACE nel cuore di ogni persona, specialmente nei cuori di coloro che governano i popoli; PACE tra gruppi, etnie, nazioni; in particolare, ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’”.Alla fine tutti i partecipanti si sono presi per mano e sulla piazza hanno realizzato un enorme cerchio, come segno di un abbraccio di pace che tra allarmi e blackout si è simbolicamente esteso su tutta la città.

Il grande abbraccio di pace in piazza Santa Sofia di Kyiv (foto Biagioni/SIR)

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