I francesi domenica 30 giugno hanno votato: ora si attendono i risultati definitivi e ufficiali del primo turno delle legislative (il secondo turno si terrà domenica 7 luglio). Anzitutto va detto che l’affluenza alle urne è stata elevatissima: 66,7% (nel 2022 si era fermata al 47,5%). Il Rassemblement national (Rn) di Jordan Bardella e Marine Le Pen (nella foto) si conferma primo partito, come aveva fatto alle europee: è dato – assieme agli alleati del repubblicano Ciotti – al 33,15%. Segue la sinistra unita del Nouveau front populaire (Nfp) di Jean-Luc Mélenchon con il 27,99%; al terzo posto la coalizione Ensemble, attorno al presidente Emmanuel Macron, con il 20,83%. Quindi Les republicains (gollisti) al 6,57%, e la Droite 3,66%. Altre formazioni minori si collocano, tutte insieme, al 5%.
L’esito del voto premia evidentemente la destra sovranista
anti-Ue e anti-Nato dei lepenisti, ma anche il fronte di sinistra ottiene un risultato notevole; i centristi macroniani evitano il tracollo e anzi ottengono un risultato insperato fino alla vigilia.
Ora tutto si gioca al secondo turno. Il sistema francese per l’Assemblea nazionale, composta da 577 membri, prevede infatti due turni. Al primo turno un deputato è eletto se ottiene la maggioranza assoluta dei votanti nella circoscrizione elettorale: e questo è già avvenuto in diversi collegi, soprattutto premiando esponenti di Rn e Nfp. Ma la grande maggioranza dei deputati conquisterà il seggio solo domenica 7 luglio: al secondo turno partecipano alle elezioni quei candidati che nella loro circoscrizione hanno ottenuto almeno il 12,5% dei voti. Qui si gioca la desistenza: ovvero la possibilità di ritirare il proprio candidato per favorirne uno più forte. È ciò che invoca Macron chiamando in causa il “fronte repubblicano”: una convergenza elettorale sui candidati del Fronte popolare o di Ensemble per tagliare la strada ai candidati lepenisti.
Al momento, e stando ai risultati non definitivi, Rn potrebbe avere tra 240 e 270 seggi; Nfp 120-140; Ensemble 60-90. I repubblicani – partito spaccato in due tra chi vuol sostenere i lepenisti al secondo turno e chi convergere i voti nel “fronte repubblicano” – potrebbero ottenere una quarantina di seggi.
Ciò che conta è la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale pari a 289 seggi:
se Rn la ottenesse, esprimerebbe il capo del governo e costringerebbe il presidente Macron alla cosiddetta “coabitazione”, fino alla scadenza del suo mandato (salvo dimissioni anticipate).
Intanto dall’Ue e dagli altri Paesi europei si osserva con attenzione la vicenda elettorale francese. Voci brussellesi non nascondono preoccupazione per l’eventuale vittoria di un fronte anti-Ue, mentre alcuni premier fanno esplicitamente il tifo per Bardella e Le Pen.