E’ un punto di arrivo e una sintesi del processo sinodale, nella Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles, il documento intitolato “Verso una Chiesa sinodale in missione. Presentazione per la seconda assemblea plenaria dei vescovi ottobre 2024”, che la Conferenza episcopale inglese ha inviato a Roma per la seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi di ottobre. Il team di delegati in rappresentanza di questa Chiesa, che comprende vescovi, sacerdoti e laici, parteciperanno comunque in prima persona ai lavori e potranno, quindi, portare un ulteriore contributo autonomo.
Si tratta di un processo partito da lontano, da quando le 22 diocesi di Inghilterra e Galles avevano inviato, prima della Pasqua 2022, i loro rapporti, risultato del percorso di ascolto dei fedeli durato circa sei mesi, alla sede centrale della Conferenza episcopale a Londra. Erano 700 pagine che raccontavano come il Sinodo aveva raggiunto le parrocchie, ma anche le associazioni e i movimenti cattolici, che sono poi confluite in un documento di sintesi nazionale inviato a Roma, sempre nel 2022, a luglio.
Due tappe, maggio 2024 e luglio 2022, che ci dicono dove si trova, in questo momento, il processo sinodale in Inghilterra e Galles.
Un primo punto importante, emerso due anni fa, è stata la diversità, nell’approccio al Sinodo, delle diocesi perché, mentre alcune si sono limitate a condurre sondaggi online, per raccogliere il parere dei fedeli, altre hanno organizzato momenti di incontro a faccia a faccia anche a livello diocesano. Era emerso, infatti, da quel primo documento, che chi aveva partecipato al processo sinodale l’aveva trovato un’esperienza arricchente ed aveva espresso l’intenzione di voler continuare. Non solo. Durante il “National Synod Day”, la giornata dedicata al Sinodo, il 1 giugno 2022, nella cattedrale di san Giorgio a Southwark, nel sud di Londra, diversi fedeli avevano detto di sentirsi valorizzati perché venivano interpellati in prima persona e perché veniva loro chiesto, per la prima volta, in modo diretto, quale era, secondo loro, la missione della Chiesa e quali strumenti erano necessari per poter annunciare il Vangelo nel mondo di oggi.
Sempre di quella prima fase è la richiesta, da parte dei fedeli, di dare spazio e di accompagnare chi ha divorziato e si è risposato, chi è in un rapporto omosessuale, e chiunque si senta ai margini. I fedeli hanno sollevato anche il problema del ruolo delle donne e di un maggior coinvolgimento dei laici nella Chiesa a livello decisionale ed espresso il desiderio di essere formati nella fede.
Ed è proprio il ruolo dei laici uno dei punti più importanti dell’ultimo rapporto inviato dai vescovi inglesi a Roma che è stato discusso alla loro ultima plenaria lo scorso aprile. Nelle pagine che rappresentano l’ultimo stadio del processo sinodale, in Inghilterra e Galles, si ricorda la necessità, per laici e sacerdoti, di collaborare.
“Questo è il cuore del nostro viaggio sinodale fino ad oggi, una chiamata alla corresponsabilità del sacerdozio comune dei fedeli con il sacerdozio ministeriale, mentre ciascuno dei due sostiene l’altro nel lavoro di missione della Chiesa”, si legge nel documento.
E si sottolinea come: “Crescere in comunione, gli uni con gli altri, in una comune fede battesimale, porta a un desiderio di partecipare più pienamente nella vita e nel ministero della Chiesa. Questo dà un cuore per la missione, non tanto come un compito da svolgere, ma perché essa è l’essenza stessa della Chiesa”. E ancora: “Valorizzare il rapporto di sacerdoti e laici può migliorare e potenziare tutti coloro che danno vita alla Chiesa di Inghilterra e Galles”.
E’ importante, secondo questo ultimo documento sinodale dei vescovi inglesi, che i laici si assumano la responsabilità della loro fede, che hanno ricevuto con il Battesimo, in un modo più pieno rispetto a quello che è successo fino ad oggi.
“Bisogna trovare modi nei quali i doni e i talenti di tutti possano essere usati per il bene della missione di Cristo”, si legge nel documento. I vescovi esprimono anche “la loro gratitudine per tutti i fedeli, uomini e donne, in tutto il Paese, che offrono il loro tempo e i loro talenti per sostenere la vita della Chiesa e per la capacità di testimonianza dei giovani e di coloro che lavorano nelle nostre scuole”.