Dopo una lunga maratona tra la Camera dei Lord e quella dei Comuni è stato approvato, dal parlamento di Westminster, durante la notte, il “Safety of Rwanda Bill”, la controversa legislazione, lanciata due anni fa dal premier britannico Boris Johnson, che consentirà al Regno Unito di deportare centinaia di richiedenti asilo verso il Paese africano. La legge riceverà oggi il “Royal Assent”, il sì del sovrano re Carlo III, che è l’ultimo passo prima della sua entrata in vigore. Il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato che è già stato identificato un primo gruppo di persone che non hanno diritto di rimanere nel Regno Unito, e che i primi voli per trasportarle verso il Paese africano partiranno, senz’altro, nelle prossime dieci, dodici settimane. Le più importanti charities britanniche che si occupano di migranti hanno però annunciato che ricorreranno ai tribunali per impedire queste deportazioni. Più volte i giudici, in passato, hanno fermato i voli perché la legislazione viola i diritti umani dei richiedenti asilo. Anche la Corte Suprema, lo scorso novembre, ha sentenziato che il Rwanda non è una destinazione sicura, perché potrebbe decidere di rimpatriare queste persone nel loro Paese di origine dove potrebbero subire torture e persecuzioni.
“Il ‘Safety of Rwanda Bill’ è una legislazione disumana ed assurda, crudele, degradante e umiliante, che non rispetta i diritti umani di centinaia di rifugiati e richiedenti asilo”. Con queste parole Raymond Friel, amministratore delegato di “Caritas social action”, organizzazione che raccoglie le più importanti charities cattoliche, commenta l’approvazione definitiva del “Safety of Rwanda bill” da parte del parlamento britannico: “La Chiesa cattolica si è sempre battuta per l’applicazione dei diritti umani e la Corte europea dei diritti umani ha dichiarato illegale questa legislazione. Purtroppo, come Caritas, non abbiamo le risorse economiche per ricorrere ai giudici per fermare le deportazioni dei richiedenti asilo, anche se promuoviamo campagne per mobilitare cittadini e parlamentari contro questa legislazione. Spero, però, che altre charities, come è già successo più volte, ricorrano in tribunale per fermare i voli”.
Secondo l’amministratore delegato di “Caritas Social Action” l’opinione pubblica britannica non è a favore del “Rwanda bill”, perché si tratta di un approccio molto estremo al problema della migrazione che potrebbe non avere successo, ma il governo britannico è deciso ad implementarlo perché una parte dell’elettorato Tory, la più fanatica, lo sostiene. Il partito conservatore è molto indietro, nei sondaggi, rispetto a quello laburista, e il premier britannico Rishi Sunak è convinto che il piano Rwanda agirà come deterrente e servirà a fermare le piccole imbarcazioni che trasportano migranti attraverso la Manica.