La notizia occupa le prime pagine dei quotidiani britannici, dal progressista “Guardian” al conservatore “Telegraph” e i siti online, dalla Bbc al tabloid “Daily Mail”. Dopo quattro anni la famosa pediatra britannica Hilary Cass, ex presidente dell’organo professionale della categoria, ha concluso la sua inchiesta su come il servizio sanitario del Regno Unito e, in particolare, la clinica londinese “Tavistock” si siano occupati di minori con dubbi sulla propria identità sessuale, ai quali, spesso, è stato consentito di cambiare genere con troppa facilità. La parola conclusiva dell’esperta è “fallimento”. Ambulatori e specialisti avrebbero sbagliato con il loro approccio perché: “Non esistono ragioni scientifiche per procedere con il cambiamento di genere quando parliamo di un giovane sotto i 25 anni”. Le conclusioni dell’indagine, che occupano 388 pagine, sottolineano anche come: “La medicina che si occupa di cambiamento di genere è costruita su fondamenta poco sicure”.
Sono 32 le raccomandazioni contenute nel rapporto sul cambiamento di genere firmato dalla pediatra Hilary Cass. Le più importanti sono rivolte a medici e specialisti, invitati a procedere con grande cautela rispetto alla richiesta del cambiamento di genere in quanto il cervello e anche l’identità sessuale sono ancora in fase di sviluppo fino ai 25 anni. “Si è sempre pensato che la maturazione del cervello terminasse con l’adolescenza ma oggi sappiamo – riporta l’inchiesta – che si tratta di un processo evolutivo che continua fino a circa 25 anni in quanto diverse parti cerebrali si specializzano e si collegano meglio tra di loro col passare degli anni”. L’inchiesta contiene anche le interviste a centinaia di giovani, sia a chi è riuscito a compiere il percorso di cambiamento di sesso (attraverso terapie ormonali, interventi di chirurgia estetica, supporti psicologici); sia a chi, una volta iniziato o completato il percorso di affermazione di genere, ha poi deciso di interromperlo o invertirlo per ritornare al genere originario di appartenenza. Tra i primi, moltissimi hanno dichiarato di essersi pentiti delle scelte effettuate quando però, ormai, era troppo tardi. Secondo Hilary Cass, migliaia di minori non hanno potuto accedere a sessioni di counselling adeguate e hanno cambiato genere senza la giusta consapevolezza. Nel suo rapporto, la pediatra invita anzitutto a “rallentare e usare cautela”, chiede di non dare ormoni a chi ha meno di 18 anni perché non esistono prove scientifiche che questi ultimi “diano tempo di pensare” o “riducano il rischio di suicidio”. Insomma, anche se la pubertà viene bloccata con le cure ormonali, non esistono prove, ribadisce la Cass, che esse abbiano un impatto sulla soddisfazione che si prova nei confronti del proprio corpo.
L’esperta consiglia inoltre, a genitori e insegnanti, di usare grande cautela con bambini delle scuole elementari che esprimono un’identità sessuale diversa da quella alla quale appartengono. Il medico sottolinea poi che spesso i genitori, per paura di essere etichettati come transofobi, si sentano sotto pressione e quindi propensi a lasciar cambiare identità ai loro figli.
Il rapporto è stato accolto favorevolmente, tra gli altri, anche dal premier britannico Rishi Sunak che non ha mancato di sottolineare i dati scioccanti in esso contenuti a cominciare dal numero di coloro che hanno deciso di cambiare sesso passata dai circa 250 di dieci anni fa (quasi tutti maschi), agli oltre 5000 di oggi, peraltro il doppio rispetto al 2022 (la maggior parte femmine). “Non sappiamo – ha dichiarato il primo ministro Sunak – l’impatto di lungo periodo delle cure mediche che portano al cambiamento di genere e, per questo motivo, dovremmo esercitare grande cautela”.
La risposta del servizio sanitario britannico al “rapporto Cass” non si è fatta attendere. Una lettera, indirizzata alla famosa pediatra e firmata da John Stewart, uno dei direttori dell’ Nhs, il Servizio sanitario nazionale del Regno Unito, contiene l’impegno a scegliere un nuovo approccio, costruito sulle conclusioni dell’inchiesta, e a interrompere, per il momento, tutti gli appuntamenti, ai minori di 18 anni, offerti dalle cliniche britanniche dove si può ottenere un cambiamento di genere. Inoltre, si legge ancora nel testo, vi sarà anche un ripensamento sulla distribuzione di ormoni come estrogeno e progesterone come è già avvenuto con i bloccanti ormonali che sono stati banditi qualche settimana fa.
Transizione di genere su minori in Gran Bretagna. Hilary Cass: “Un fallimento”
La notizia occupa le prime pagine dei quotidiani britannici, dal progressista “Guardian” al conservatore “Telegraph” e i siti online, dalla Bbc al tabloid “Daily Mail”. Dopo quattro anni la famosa pediatra britannica Hilary Cass, ex presidente dell’organo professionale della categoria, ha concluso la sua inchiesta su come il servizio sanitario del Regno Unito e, in particolare, la clinica londinese “Tavistock” si siano occupati di minori con dubbi sulla propria identità sessuale, ai quali, spesso, è stato consentito di cambiare genere con troppa facilità. La parola conclusiva dell’esperta è “fallimento”