Li chiamano “i miracoli” della guerra. L’ultimo è successo a Kherson, città meridionale dell’Ucraina, a pochissimi chilometri dal fronte. A partire dal Mercoledì delle Ceneri, la città è stata di nuovo presa di mira con pesanti bombardamenti. Sabato 17 febbraio, un ordigno si è abbattuto sul territorio della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Ha provocato danni ma per fortuna al momento dell’esplosione non c’era nessuno nella chiesa e tra i calcinacci, la statua bianca della Madonnina è rimasta miracolosamente in piedi. Nessuno si è fatto male. Poteva essere una tragedia. “Tuttavia, ancora una volta, il Signore ha mostrato la sua cura e ha salvato la parrocchia”. A raccontare questa storia sul sito della conferenza episcopale ucraina, è padre Maksym Padlevskyi, il parroco. Fu costretto a lasciare la città il secondo giorno di guerra, ma si rese conto che il suo posto era accanto ai suoi parrocchiani, e così nell’agosto del 2022, nonostante l’occupazione, è tornato a Kherson continuando il suo ministero tra la sua gente. Una presenza preziosa in una situazione difficile.
“La settimana scorsa – racconta padre Maksym – pesanti bombardamenti sono iniziati dal Mercoledì delle Ceneri e sono durati diversi giorni. Ci sono stati molti danni. Sabato 17 febbraio si sono verificati diversi colpi nella zona della parrocchia. Anche una persona vicino a noi è morta. Davanti alla porta d’ingresso della chiesa è esploso un ordigno. Abbiamo una statua della Vergine in quel punto.
L’ordigno è esploso ma è stato distrutto solo il cordolo. La statua della Vergine è rimasta quasi illesa mentre tutto intorno si possono ancora vedere i danni causati dalle schegge”. Il sacerdote spiega lo stato della chiesa a seguito del bombardamento. “Sopra la porta d’ingresso abbiamo una grande vetrata della Divina Misericordia. Il vetro protettivo è stato completamente frantumato dall’onda d’urto e il vetro colorato sotto si è rotto in diversi punti. Ma non è crollato. Sarebbe potuta andare molto peggio”. I danni sono visibili in tutta la città. Sabato inoltre è il giorno in cui i fedeli della parrocchia vanno in chiesa per le pulizie e per preparare la liturgia della domenica. Il bombardamento è avvenuto nel pomeriggio, dopo le 14 quando solitamente le persone si danno appuntamento per pulire. “Sarebbe potuto succedere una tragedia ma grazie a Dio tutti siamo tutti sani e salvi”.
Poco più di un anno fa, quando la città fu liberata, una bomba colpì la chiesa prima di Natale. La Chiesa si salvò grazia ad una recinzione che prese su di sé l’intera ondata esplosiva. “Il Signore ci protegge sempre. Siamo abituati”, commenta il sacerdote. A causa dei bombardamenti, in città non c’è molta gente in città. Molte persone hanno lasciato Kherson dopo l’occupazione. Alcuni ritornano perché avendo lasciato tutto, vengono a vedere lo stato delle loro proprietà e poi ripartono. Alla funzione della messa domenicale partecipano fino a 25 persone, se non ci sono pesanti bombardamenti. La gente raggiunge la parrocchia nonostante debbano percorrere una lunga strada per arrivarci.