“Sono qui per dirvi che Hitler non ha vinto”. Sono parole pronunciate oggi, durante la commemorazione dell’Olocausto al Parlamento europeo di Bruxelles, da Irene Shashar, ebrea polacca, nata il 12 dicembre 1937 come Ruth Lewkowicz, una dei sopravvissuti del Ghetto di Varsavia. Dopo che suo padre venne ucciso dai nazisti, fuggì dal ghetto con sua madre attraverso le fogne, dirigendosi verso un’altra parte di Varsavia, dove fu una “bambina nascosta” per il resto della guerra. Al termine del conflitto, lei e la madre si trasferirono a Parigi. Quando la madre morì, nel 1948, fu adottata da parenti in Perù. Dopo aver studiato negli Stati Uniti, si è trasferita in Israele all’età di 25 anni ed è diventata la più giovane di sempre a ricoprire una docenza all’Università Ebraica. Oggi vive a Modiin, in Israele. Nel 2023 ha pubblicato la sua biografia “Ho vinto contro Hitler”.
“Sono stata benedetta…”. Shashar ha raccontato la sua storia davanti agli europarlamentari descrivendo come è sopravvissuta agli orrori del nazismo, in fuga attraverso una fogna. Una vicenda commovente, segnata da fame e paura. Ma anche dall’amore infinito per la madre – ha raccontato – che si è battuta con forza e ingegno per sottrarla alla morte. Poi il discorso si è soffermato sull’oggi, sulla sua vita e la sua famiglia, e sul conflitto in corso tra Israele e il terrorismo di Hamas. “Sono stata benedetta con l’opportunità di avere figli e nipoti”. “Ho fatto la cosa che Hitler ha cercato di prevenire così duramente. Hitler – ha ripetuto – non ha vinto!”. Parlando della guerra in corso e degli attacchi terroristici del 7 ottobre, ha detto di aver lasciato il suo Paese “in preda a violenze, omicidi, stupri e terrore” e ha chiesto ai deputati del Parlamento europeo la solidarietà e il loro sostegno per far sì che gli ostaggi “siano riuniti con le loro famiglie”.
Europa esempio per il Medio oriente. Dopo il 7 ottobre, “abbiamo visto la rinascita dell’antisemitismo e questo significa che l’odio del passato è ancora con noi”, ha avvertito Shashar. “Gli ebrei ancora una volta non si sentono al sicuro in Europa. Dopo l’Olocausto, questo dovrebbe essere inaccettabile. ‘Mai più’ dovrebbe significare mai più”. “Ora ho 86 anni”, ha detto, commossa ma determinata, Irene Shashar. “Quando sono nata, l’Europa era ancora un insieme di Stati con forti risentimenti gli uni contro gli altri. L’Europa è stata capace di mettere da parte i vecchi odi e di unirsi. Credo davvero che i valori che hanno ispirato l’unità europea – il rispetto per la diversità, il rispetto per la libertà di religione e la capacità di vivere insieme in pace – possano avere un ruolo importante da svolgere nel futuro del Medio Oriente”.
Porre fine all’antisemitismo. Quindi ha proseguito dicendo: “anche io ho un sogno. Sogno che i miei figli, che tutti bambini vivano in un Medio Oriente pacifico, libero dall’odio, specialmente verso di noi, gli ebrei. Nel mio sogno, gli ebrei trovano sicurezza ovunque scelgano di chiamare quel luogo ‘casa’. E l’antisemitismo è finalmente una cosa del passato”. Terminando il suo discorso (nel quale non ha fatto alcun riferimento alla situazione di Gaza e al popolo palestinese), Shashar ha detto che mentre lei ha vinto contro Hitler, i suoi nipoti devono ancora lottare per la loro sopravvivenza. “Chiedo a voi, deputati del Parlamento d’Europa, di contribuire a realizzare il mio sogno”. “Insieme a voi possiamo porre fine all’antisemitismo e raggiungere una pace duratura”. Dopo il discorso di Shashar, i deputati le hanno attribuito un lunghissimo applauso e hanno poi osservato un minuto di silenzio.
Ricostruire dalle ceneri. Nel corso della seduta dell’Europarlamento per ricordare l’Olocausto, la presidente Roberta Metsola si è rivolta all’ospite, Irene Shashar, affermando: “siamo onorati di averti al Parlamento europeo […] anche se, cara Irene, nessuno di noi può immaginare la portata del dolore che hai sofferto”. Metsola ha quindi aggiunto: “nel Giorno della Memoria dell’Olocausto ricordiamo l’importanza di condividere storie come la tua, oggi e per le generazioni a venire. L’importanza di proteggere i nostri valori” perché “la storia dell’Europa è una storia di ideali e valori”. “Si tratta di costruire ponti tra i popoli. Di trasformare i nemici in partner e amici. Di ricostruire dalle ceneri”. La presidente ha specificato: “nel corso degli anni, la nostra Unione ha trasformato la vita di milioni di persone. Abbiamo abbattuto le barriere e le abbiamo sostituite con valori comuni. Abbiamo raggiunto la libertà, garantito la prosperità e offerto opportunità. Dobbiamo ricordare la storia dell’Europa, ricordare i suoi orrori e a far tesoro dei risultati ottenuti nel superarli. Per capire da dove veniamo e per insegnare queste lezioni ai nostri figli”.