La legislatura dell’Europarlamento, iniziata nel 2019 e che volge al tramonto, è stata segnata da Brexit, Covid e, ora, la guerra in Ucraina. Nella prossima, che prenderà avvio dopo le elezioni del giugno 2024, rimarranno alcune questioni ereditate dal passato e mai efficacemente affrontate (fra cui le migrazioni), mentre diverranno ancora più urgenti tematiche come il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, l’attuazione di NextGenerationEu, la difesa del welfare e dei diritti dei cittadini, le instabilità geopolitiche, la rivoluzione digitale, l’impatto dell’intelligenza artificiale. Anche per queste ragioni, il voto popolare per il rinnovo dell’Euroassemblea assumerà una valenza ancora maggiore rispetto al passato, auspicando che l’Ue possa essere una grande democrazia, finalmente protagonista sulla scena mondiale. Se ne è parlato martedì 5 dicembre a Bruxelles, durante una conferenza stampa a sei mesi dal voto per il rinnovo dell’emiciclo comunitario.
Lo slogan. “Go to vote”: sarà questo lo slogan della campagna di informazione, che decollerà a gennaio, predisposta dallo stesso Parlamento europeo per invitare oltre 400 milioni di cittadini a recarsi alle urne, tra il 6 e il 9 giugno, per rinnovare l’Assemblea di Strasburgo, che nella prossima legislatura conterà su 720 seggi, 15 in più degli attuali. Lo ha riferito Jaume Duch (nella foto), responsabile della comunicazione dell’istituzione comunitaria, illustrando gli strumenti e le azioni che saranno predisposte per invogliare gli europei a recarsi ai seggi ed evitare un’eccessiva astensione. Duch ha asserito che “sta crescendo l’interesse” per le elezioni europee, che si terranno in un anno elettorale “mondiale”: nei prossimi 12 mesi, infatti, si voterà in una trentina di Paesi nei cinque continenti, fra cui India e Stati Uniti.
Sistemi elettorali. I cittadini dell’Unione che avranno diritto al voto per l’elezione del nuovo Parlamento europeo saranno appunto 400 milioni circa. Si tratterà “di 27 elezioni nazionali”, nel senso che ciascun Paese, entro un quadro normativo minimo, potrà scegliere il sistema elettorale, fissare i collegi elettorali, definire oppure no una percentuale minima affinché un partito possa accedere alla ripartizione dei seggi nazionali. In 13 Stati si potrà votare anche per posta; in 5 (Germania, Belgio, Grecia, Austria, Malta) si potrà esprimere la propria preferenza già all’età di 16 anni.
Legislatura intensa. Prima delle elezioni europee del 6-9 giugno (in Italia si voterà nella sola giornata di domenica 9) sono previste 5 sessioni plenarie dell’Europarlamento a Strasburgo più una a Bruxelles. Jaume Duch ha ricordato che nel corso di questa legislatura sono stati approvati 236 dossier legislativi, mentre altri 150 sono in itinere e attendono una conclusione. “È stata una legislatura intensa – ha dichiarato Duch –. Il Parlamento europeo, nel frattempo, ha aumentato la sua visibilità, e la sua credibilità”, generando inoltre “un aumento delle aspettative fra i cittadini europei”. Anche per questa ragione non si esclude che l’affluenza alle urne nel 2024 possa essere più elevata rispetto a quella del 2019, specialmente nei Paesi dell’Europa centro-orientale e in Grecia.
Dopo il voto. La campagna di informazione predisposta dal Parlamento per invitare al voto si concentrerà sulla spiegazione di ciò che ha fatto l’Assemblea nella legislatura che si va chiudendo (normative approvate, risoluzioni, decisioni utili per i cittadini…) e sul suo profilo istituzionale (composizione, competenze…); inoltre se ne sottolineerà il contributo alla costruzione e difesa della democrazia nel continente. Saranno messi a disposizione dei cittadini diversi materiali (web, cartellonistica, gadgets, incontri pubblici…) Dopo il voto, a risultati acquisiti, il Parlamento europeo si ricostituirà tra giugno e luglio e la prima sessione plenaria, a Strasburgo, sarà tra il 16 e il 19 luglio quando verrà eletto il nuovo presidente dell’Assemblea. Probabilmente nella sessione di settembre, dopo un dialogo politico con il Consiglio europeo (riunione dei capi di Stato e di governo dei Paesi Ue), potrebbe essere votato il nuovo presidente della Commissione Ue.