“Siamo sopravvissuti. Abbiamo vissuto la notte con più attacchi dall’inizio dell’aggressione russa su vasta scala. L’allarme che ci avverte del pericolo, è cominciato a suonare questa notte alle 2 ed è continuato ininterrottamente per 6 ore fino a questa mattina alle 8”. Comincia così da Kyiv, il racconto di don Taras Zheplinskyi, del Dipartimento di comunicazione della Chiesa greco-cattolica ucraina. Le forze armate ucraine fanno sapere che l’aeronautica militare ucraina ha abbattuto 74 dei 75 droni kamikaze iraniani lanciati dalle forze armate russe sulla capitale Kiev . I media internazionali parlano di decine di edifici residenziali e di oltre 100 strutture della capitale rimaste senza elettricità. “I nostri militari sono riusciti a distruggere i droni e proteggere il cielo sopra la città di Kiev”, racconta il sacerdote. “Abbiamo sentito esplosioni per tutta la notte. Per fortuna non è rimasta uccisa nessuna persona, però 5 sono stati feriti. La più giovane è una bambina di 11 anni”.
Ma “non è un caso”. L’attacco – sottolinea don Taras – è avvenuto proprio nella notte in cui in Ucraina, e soprattutto a Kiev, si commemorano 90 anni dell’Holodomor, il genocidio degli ucraini che per volontà del regime staliniano avvenne tra il 1932 e il 1933 provocando la morte per fame di 10 milioni di ucraini. “Il mondo sa bene cosa successe e sa che l’Ucraina oggi sta commemorando questa ferita”. Don Taras racconta che questa mattina a Kyiv si è già svolta una preghiera comune alla Lavra Kyiv-Pecersk, alla presenza dei leader spirituali delle chiese, delle religioni e delle organizzazioni religiose con la partecipazione delle autorità civili. Era presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
E’ una giornata importante. Di memoria, dolore e unità. Nel corso della giornata, si svolgeranno in tutto il Paese preghiere e commemorazioni in ricordo della vittime di questo genocidio. L’attacco di questa notte, dice il sacerdote, dimostra che “gli eredi di quel regime totalitario di Stalin continuano a fare lo stesso. 90 anni fa i russi hanno voluto con l’Holodomor eliminare l’identità stessa del popolo ucraino. Lo stesso sta avvenendo oggi con l’aggressione russa”. “Gli eredi di Stalin nella persona di Putin e delle altre autorità della Federazione russa vogliono anche oggi impedire agli ucraini di essere liberi, di essere se stessi”.
Anche il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko, riferisce Ukrinform, ha sottolineato la coincidenza tra il 90° anniversario dell’Holodomor e il massiccio attacco di questa notte. 90 anni il popolo ucraino morì per fame. Oggi l’attacco avviene con missili e droni che lasciano le città senza riscaldamento ed elettricità in inverno, commettendo con metodi diversi ma ancora una volta un genocidio contro il popolo ucraino. “Faremo di tutto affinché i nostri figli e nipoti ricordino ciò che la Russia sta facendo oggi”, ha sottolineato Klitschko.
I vescovi cattolici latini si sono dati appuntamento al Seminario Teologico Superiore S. Joseph a Bryukhovychy, dove si è svolta la sessione plenaria della Conferenza episcopale dell’Ucraina . E’ stata celebrata una Santa Messa in memoria di coloro che sono morti di fame durante l’Holodomor, presieduta dall’arcivescovo metropolita di Lviv Mechyslav Mokshytskyi. Nel celebrare questo anniversario – scrivono i vescovi in un messaggio alla Nazione – ricordiamo tutti “coloro che furono umiliati e torturati. Non conosciamo il numero esatto delle vittime, ma Dio le conosce ciascuna per nome…Preghiamo per coloro che soffrono la fame oggi: per i nostri difensori in prima linea, per gli sfollati interni, per le persone che si sono trovate in una situazione difficile a causa della guerra”. Anche il Sinodo dei vescovi della Chiesa greco-cattolica in Ucraina ha rivolto alla popolazione un messaggio: “L’impero non è riuscito a uccidere l’Ucraina 90 anni fa. Ma i discendenti degli assassini, spinti dal male, dall’invidia e dall’odio, hanno deciso di portare a termine ciò che i loro predecessori non erano riusciti a fare”. “90 anni fa l’Ucraina non è morta”, concludono i vescovi. “La libertà è germogliata dai semi nascosti nei palmi delle mani dei nostri fratelli e sorelle. Nessun male potrà distruggere questo raccolto. È difeso dal nostro popolo. È difeso dall’umanità”.