Kherson sotto il fuoco russo. Proseguono senza sosta i bombardamenti soprattutto nel sud e nell’est dell’Ucraina, e sabato scorso (8 ottobre) è stata presa di mira e colpita anche la chiesa ortodossa della Natività della Santa Vergine mentre era in corso la funzione domenicale. A darne notizia – corredata da foto e video – sul suo profilo Facebook è il vescovo Nikodym, della “Chiesa ortodossa Ucraina” (non legata al Patriarcato di Mosca) di Kherson e Tavri. I russi “hanno bombardato ancora una volta brutalmente Kherson dalla riva sinistra temporaneamente occupata”, riferisce il vescovo. “Proprio durante la Divina Liturgia domenicale hanno preso di mira il territorio della Chiesa ortodossa, dove persone pacifiche si erano radunate per pregare”. Le foto mostrano le persone indifese e per lo più anziane, accasciate per terra per proteggersi dai colpi. La chiesa funge anche da centro di distribuzione di prodotti e medicinali ai residenti della regione e anche il furgone purtroppo è stato danneggiato. Le autorità locali hanno poi reso noto che nella notte di sabato, la regione è stata colpita dai russi ben 59 volte e che nei bombardamenti sono rimaste ferite11 persone, tra cui un bambino di nove mesi.
Nel suo messaggio settimanale, anche Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, parla dell’eroica città di Beryslav, sita sulle rive del fiume Dnipro nella regione di Kherson. A causa dei bombardamenti incessanti e degli attacchi aerei, anche la chiesa greco-cattolica è stata danneggiata, così come la residenza del parroco e la cucina che quotidianamente forniva cibo a migliaia di persone bisognose. “La nostra comunità e il nostro parroco in questa città eroica chiedono il nostro sostegno e le nostre preghiere. Tuttavia, in mezzo a questo dolore, a questa devastazione, tra le lacrime e il sangue, vogliamo che il mondo ci ascolti e senta che: l’Ucraina resiste, l’Ucraina combatte, l’Ucraina prega”.
Contattato dal Sir, è padre Ignatij Moskalyuk, parroco del monastero basiliano di San Volodymyr a Kherson a raccontare cosa sta succedendo. “L’8 ottobre all’1 di notte ha avuto luogo un bombardamento molto pesante sul nostro microdistretto di Tavriyskyi nella città di Kherson. Ci sono state molte esplosioni. Pensavo che il nostro monastero non sarebbe rimasto intatto e la chiesa sarebbe crollata. Ad essere onesti, è stato spaventoso. Sono sceso nel seminterrato del monastero ad aspettare la fine dei bombardamenti”. Nonostante la stanchezza, il giorno successivo, domenica, la vita è andata avanti. “Abbiamo celebrato la messa e quando ho finito il servizio, ho incontrato i miei parrocchiani e ho chiesto loro come era andata la notte. Ho capito che avevano paura anche perché in molte case le finestre erano saltate. Anche i bambini erano spaventati. Potevo vedere il dolore e la sofferenza nei loro occhi. Li ho incoraggiati e ho detto: ringraziamo Dio per averci salvato la vita”.
Il pensiero degli ucraini in questi giorni si rivolge al popolo della Terra Santa. “Vivere in un luogo dove passa direttamente la linea del fronte non è facile”, prosegue il parroco.
“C’è la consapevolezza che ogni giorno può essere l’ultimo e quindi è una sfida a vivere il tempo bene e con dignità”.
Il pensiero degli ucraini in questi giorni va spesso al Medio Oriente dove sono in corso gli stessi orrori e le stesse drammatiche storie. “Condivido il dolore e la sofferenza con gli abitanti della Terra Santa e prego ora non solo per l’Ucraina ma anche per la Terra Santa”, dice padre Ignatij. “Mi fa male vedere come le persone che vivono direttamente sulla Terra benedetta da Dio sprecano la loro umanità e creano cose che sono indegne di una persona e degne di punizione agli occhi di Dio. Faccio appello non solo agli ebrei, ma anche ai musulmani: siete figli dello stesso Dio, avete un padre comune, Abramo, non fatevi del male a vicenda”.