Appello di pace: “Non basta la prudenza, è il tempo dell’audacia!”

Si è concluso a Berlino l’Incontro internazionale per la pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello Spirito di Assisi. "Sentiamo oggi con più forza la nostra responsabilità e insieme ci facciamo mendicanti di pace”, scrivono i leader religiosi nell’appello finale. “Non basta la prudenza, è il tempo dell'audacia! Per questo, a nome di chi non ha voce, diciamo forte: 'Nessuna guerra è per sempre!'”. E da Berlino, il card. Zuppi in partenza per Pechino, traccia una via di speranza: “È vero: la guerra è un incendio terribile, che non rispetta nessuno, ma un cuore in pace può spegnerlo e fare crescere la pace”. Appuntamento a Parigi nel 2024

(Foto Comunità di Sant'Egidio)

“Ripartiamo con la politica del disarmo, fermiamo subito il rumore delle armi. Per questo occorre l’audacia della pace, il coraggio di cominciare a parlarsi mentre c’è ancora la guerra”. I leader delle Chiese cristiane e delle religioni mondiali hanno fretta e non si arrendono alla guerra. Chiedono coraggio, scelte che vanno in direzione opposta a quella che purtroppo il mondo ha intrapreso in questo tempo di terza guerra mondiale a pezzi. Da Berlino, la città che per tre giorni è diventata sede dell’Incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, lanciano un Appello di Pace.

Dopo aver combattuto per anni per liberare i cuori dal pregiudizio e sgombrare i dubbi sulle derive estremiste, i leader religiosi sembrano aver ritrovato finalmente il loro ruolo, di pacificatori ed esperti in dialogo. Si fanno così portavoce di un popolo che seppur silenzioso, attraversa operoso le strade del mondo laddove è più ferito da guerre, muri, povertà e disastri ambientali. “Sentiamo oggi con più forza la nostra responsabilità e insieme ci facciamo mendicanti di pace”, si legge nell’appello. “Non basta la prudenza, è il tempo dell’audacia! Per questo, a nome di chi non ha voce, diciamo forte: ‘Nessuna guerra è per sempre!’ Pace non significa arrendersi all’ingiustizia: significa uscire dall’ingranaggio del conflitto che rischia di ripetersi all’infinito e che nessuno sembra più riuscire a controllare”.

 

Arriva a Berlino anche il messaggio di Papa Francesco che evoca i muri che dividono il mondo e la guerra che devasta ancora troppe parti del mondo: dall’Africa al Medio Oriente, all’Europa alle prese in Ucraina con un conflitto terribile che “non vede fine e che ha provocato morti, feriti, dolori, esodi, distruzioni”. “Di fronte a questo scenario – scrive Papa Francesco – non ci si può rassegnare. Occorre qualcosa di più”. Occorre “l’audacia della pace”. “Ci vuole il coraggio di saper svoltare, nonostante gli ostacoli e le obiettive difficoltà”, esorta il Santo Padre. “L’audacia della pace è la profezia richiesta a quanti hanno in mano le sorti dei Paesi in guerra, alla Comunità internazionale, a tutti noi, specie agli uomini e alle donne credenti, perché diano voce al pianto delle madri e dei padri, allo strazio dei caduti, all’inutilità delle distruzioni, denunciando la pazzia della guerra”.

(foto Comunità di Sant’Egidio)

La giornata conclusiva dell’Incontro di Berlino è stata segnata dall’annuncio – ufficializzato a Roma dalla sala stampa vaticana – della partenza del card. Matteo Zuppi, per Pechino. Dopo Kiev, Mosca e Washington, la visita costituisce “un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta”. Prima di partire, il cardinale partecipa alla preghiera ecumenica per la pace, insieme ai rappresentanti delle Chiese cristiane a Berlino. Nel prendere la parola, anche il cardinale da voce agli interrogativi di tanti. “Quando inizia questo tempo di pace, che sembra un sogno impossibile per un mondo attraversato dalla pandemia della guerra, che accetta siano svuotati i granai e riempiti gli arsenali che lo distruggono?”. “Quando arriva questo tempo per chi combatte in una trincea ucraina o nella dimenticata Siria, per chi è abbandonato nella disperazione del deserto senza vie e senza acqua o nell’immensità del mare esposto alla forza delle acque solo nella sua angoscia?”. “Siamo profeti di pace che spezzano le lance dei pregiudizi”, dice. “Non ci esercitiamo nell’arte della guerra, del coltivare l’odio, di rispondere al male con il male”.  “È vero: la guerra è un incendio terribile, che non rispetta nessuno, ma un cuore in pace può spegnerlo e fare crescere la pace”.

Il cammino non si ferma, va avanti. E nel 2024, lo spirito di Assisi farà tappa per la prima volta a Parigi. L’annuncio viene dato direttamente dall’arcivescovo della città, mons. Laurent Ulrich. “Avrò il grandissimo onore di potervi accogliervi, insieme alla Comunità di Sant’Egidio, tutti quanti. Vi aspetto già con grande impazienza. Parigi, città delle luci, Parigi con la Torre Eiffel che fa sognare, Parigi con Montmartre che accoglie 12 milioni di visitatori e pellegrini ogni anno, Parigi con la Senna, la città dei poeti e Notre Dame de Paris che ha commosso il mondo intero. Venite dunque, venite sul cammino della pace, sul cammino della condivisione di esperienza e di preghiera. Anche Parigi sarà dopo Berlino la città della pace”.

 

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