L’ultima doccia fredda, quasi gelida, arriva dall’India dove l’incontro tra i ministri dell’ambiente del G20 è andato male. In agenda c’erano le misure da adottare per contrastare la grave crisi climatica globale in preparazione alla prossima conferenza Onu in programma a fine anno a Dubai. Oltre a non trovare un’intesa sulla riduzione dei gas serra entro il 2025, non c’è stato accordo neppure sull’aumento dell’uso delle energie rinnovabili. Tuttavia per stupirsi negativamente non c’è bisogno di andare troppo lontano. Basta guardare all’Italia e alla Grecia, dove malgrado il ripetersi di disastri ambientali terribili c’è ancora chi minimizza: in estate fa caldo, dov’è la notizia?
“Tutto questo conferma il potere delle ideologie e delle fake news – osserva il cardinale Michael Czerny prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale –. Ed è sorprendente come otto anni fa (Cop 21 a Parigi ndr.) tutta la comunità internazionale fosse d’accordo nel ritenere che eravamo sull’orlo del disastro: bene adesso ci siamo. Purtroppo chi ha interessi nell’opporsi alle misure e alle riforme necessarie ha il controllo dei media. Così il pubblico spesso viene male informato. Io capisco la resistenza a cambiare, ma quando si deve si deve”.
Il cardinale Czerny ieri ha aperto la IV Conferenza internazionale sulla cura del creato promossa dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù in collaborazione con la Gmg. Al centro il tema chiave dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco: “L’impegno dei giovani per l’ecologia integrale: stili di vita per una nuova umanità”.
In particolare il porporato ha riflettuto sul significato teologico del principio caro al Pontefice, “al servizio della persona, soprattutto dei più deboli”. “Noi benestanti non accettiamo di avere un debito ecologico, di aver “mangiato” praticamente tutto. Quando un Paese adotta delle misure anche drastiche, così da garantirsi per esempio l’energia, lo fa anche perché ci sono nazioni già molto sviluppate, che non vogliono pagare quel debito, cosa che riequilibrerebbe almeno in parte la situazione”.
C’è però anche qualche buona notizia. Il 12 luglio il Parlamento europeo ha approvato l’avvio di negoziati sul cosiddetto il “ripristino della natura”. Il testo stabilisce obiettivi vincolanti in sette campi d’azione tra cui terreni agricoli e fondali marini puntando a riabilitare il 20% degli ecosistemi degradati del continente.
Speriamo bene, certo, ma realisticamente il Parlamento europeo non ha il potere di tradurre il mandato in misure rapide ed efficaci. Questo è compito degli Stati membri.
Resta il fatto che si è posto l’accento su un tema decisivo come il ripristino degli ecosistemi.
Importantissimo, come l’aria per respirare. Gli ecosistemi sono parte integrante del ciclo di produzione e distribuzione dell’ossigeno.
Parlando di Gmg, quella di Lisbona promette di essere la più ecologica di sempre. In questi anni sono i giovani a insegnarci che la cura della casa comune è fondamentale.
Per loro il futuro è molto più importante che per noi “vecchi” che abbiamo un tempo molto inferiore per goderci la vita. Auguriamoci che non solo la Gmg ma ogni raduno, ogni incontro e in generale qualsiasi attività umana abbia un’attenzione ecologica. Anche la normale quotidianità.
A tal proposito, parlando di sostenibilità la gente comune cosa può fare?
Ciascuno e ciascuna di noi dovrebbe porsi questa domanda. Non c’è una sola risposta ma ognuno deve trovarla per sé, deve chiedersi qual è il prossimo passo che può fare. E se può, deve. Senza domandarsi se quel gesto avrà un piccolo o grande impatto. Vorrei dire: fai oggi ciò che ti è possibile. E domani di nuovo. Se ci comportiamo così realizzeremo in breve un grande cambiamento.
Anche la Chiesa ha un ruolo importante nel promuovere la cura e la salvaguardia della casa comune. Tra l’altro quest’anno il 4 ottobre la conclusione del “Tempo del creato” iniziato il 1° settembre coincide con l’apertura dell’Assemblea sinodale.
Sì, è un bel messaggio. Normalmente alla conclusione del Sinodo viene approvata una risoluzione finale, ad esempio per la cura della casa comune. Questa volta avviene il contrario, per un mese ci si prepara al Sinodo curando la casa comune. Un’inversione che sottolinea come la Chiesa sia attiva in questo ambito, ma che anche la cura della casa comune ci fa Chiesa e popolo. Saremmo molto più felici, “sociali”, giusti, caritatevoli se ci impegnassimo in questo campo.