“La monarchia è un’istituzione profondamente radicata nella legislazione del Paese e nel cuore dei sudditi e penso che il nuovo sovrano, Carlo III, possa ritagliarsi un ruolo importante nella società civile. Il nuovo re ha dimostrato di essere capace di promuovere charities e associazioni benefiche dando vita al ‘Prince’s Trust’, una sua iniziativa che aiuta giovani tra gli 11 e I 30 anni che sono disoccupati e in difficoltà e a rischio di essere esclusi dalla società”. A immaginare il futuro della monarchia, mentre re Carlo III viene incoronato nell’abbazia di Westminster, è Clifford Longley, ex corrispondente religioso del “Times” e del “Daily Telegraph”, che ha anche diretto il settimanale cattolico “Tablet” e commentato spesso per la Bbc.
Quanto è popolare, oggi, la monarchia in Gran Bretagna?
Re Carlo e la moglie Camilla non vanno molto bene nei sondaggi in questo momento. I festeggiamenti per l’incoronazione non hanno la stessa energia di quando vi era la regina Elisabetta II. Il nuovo sovrano, quindi, deve guadagnarsi il favore dei sudditi se non vuole diventare irrilevante e rischiare di essere messo da parte. In Gran Bretagna esiste un movimento repubblicano e, se i sudditi non sono più interessati al re, quest’ultimo può essere mandato via con un referendum. Penso che il nuovo sovrano sia stato visto a lungo come una personalità superficiale e contraddittoria, che si occupa di tante cose senza concentrarsi davvero su nessuna. Deve, quindi, darsi da fare per liberarsi di questa sua immagine pubblica perché sono in molti, soprattutto tra i più giovani, a non volere più la monarchia. Inoltre, deve catturare l’immaginazione dei sudditi e deve ispirarli. Se diventa una figura lontana che non capisce la gente comune, finirà per danneggiare la monarchia a tal punto che William e Kate, che pure sono figure popolari, faranno fatica a riparare il danno che ha fatto.
E come può farlo?
Deve ritagliarsi un suo ruolo come promotore del settore del volontariato nel quale è già molto impegnato. Benché il suo passato matrimoniale sia stato difficile, il nuovo re è una persona perbene ed è anche molto religioso.È stato tra le prime personalità pubbliche a promuovere l’ambientalismo e si è impegnato a promuovere tutte le fedi e non soltanto la “Chiesa d’Inghilterra” del quale è “supremo governatore”. Tuttavia, a differenza della mamma Elisabetta, che veniva ammirata per le sue qualità personali come lo stoicismo, Carlo verrà giudicato per quello che fa e, in questo momento, non ha un ruolo preciso. Per questo motivo penso che debba impegnarsi a promuovere la società civile, il Terzo settore, che si trova a metà tra Stato e mercato, al servizio del bene comune e dove si trova anche la dimensione religiosa.
Il recente viaggio in Germania di re Carlo III è andato molto bene e, secondo alcuni osservatori, è servito a riparare, almeno in parte, il divario che è stato scavato tra Unione europea e Regno Unito con la Brexit. Che cosa ne pensa?
È importante che i rapporti tra Gran Bretagna e Ue ritornino a come erano prima del referendum del 2016, con il quale il nostro Paese ha deciso di uscire dall’Europa, e che il danno fatto dalla Brexit venga riparato. Credo che la maggior parte di questo lavoro debba essere fatto dal governo ma, certo, il sovrano può avere un ruolo molto importante perché il monarca ha molto “soft power”, molta influenza.
Può parlarci dell’aspetto religioso dell’incoronazione?
L’unzione con l’olio del Crisma del sovrano e la sua incoronazione hanno un profondo significato religioso, radicato nella Bibbia, che risale a re Salomone e a re Davide. Credo che questo aspetto sia molto importante e che l’incoronazione non avrebbe senso senza questa dimensione religiosa. Il sovrano si impegnerà anche a difendere la religione protestante, la “Chiesa d’Inghilterra”, fondata da Enrico VIII in ribellione a Roma. Il fatto che re Carlo III verrà benedetto dal primate cattolico Vincent Nichols dimostra che i rapporti tra le due Chiese sono ottimi in questo momento.È il culmine di tanti anni di collaborazione a livello ecumenico.