“Nell’ultima settimana mi piangeva il cuore nel vedere il magazzino vuoto”. La confessione è del sindaco di Lezajsk, Krzysztof Sobejko. L’occasione è la cena preparata a Lezajsk sabato scorso, in Polonia nei pressi del confine ucraino, in onore degli amici che vengono dalla Romagna con due tir di aiuti umanitari. In tutto si tratta di oltre 30 tonnellate di merce per un valore di almeno 70-80 mila euro. I cassoni dei camion sono stati stipati all’inverosimile: dentro ci sono finiti prodotti alimentari, frutta, verdura e scatolame. Poi ancora molti abiti invernali e tante coperte. Non sono mancati i cartoni pieni di medicinali e di materiale didattico per le scuole. È la terza missione umanitaria portata a termine dalla Misericordia Valle del Savio e da quella di Sarsina. Le precedenti risalgono al 19-20 marzo e alla fine di aprile. I volontari, nonostante l’estate, non si sono dimenticati degli amici che soffrono sotto i bombardamenti russi e hanno organizzato una terza missione, dal 20 al 23 ottobre. Deus ex machina del nuovo viaggio è stato l’imprenditore cesenate Valchirio Piraccini che ha coinvolto numerosi conoscenti e amici, a cominciare da Fabio Vignali, titolare dell’omonima azienda di autotrasporto. Vignali con il collega Maurizio Dall’Ara si è alternato alla guida dell’autotreno che ha messo a disposizione della missione, carburante incluso. Il secondo tir è stato fornito dalla ditta Zamagni Romano ed è stato condotto da Socrate Albertini e Gianni Biguzzi.
Con Piraccini hanno lavorato a stretto contatto l’operatore della Caritas diocesana Andrea Casadei e il presidente della Misericordia Valle del Savio Israel De Vito. Hanno fatto parte del gruppo dei 14 volontari che hanno raggiunto la Polonia con un volo Forlì-Katowice anche il sindaco di Mercato Saraceno Monica Rossi e quello di Sarsina Enrico Cangini.
È toccato all’interprete Marzena Jaworska (per gli italiani è Marcella) fare comprendere in poche battute il clima del momento, appena arrivati a destinazione. “Portano in tutte le scuole lo ioduro di potassio che aiuta a ridurre l’assorbimento dello iodio radioattivo. C’è il timore che qualcosa di grave possa davvero accadere, anche qui in Polonia. I russi di continuo violano lo spazio aereo, per provocare la Nato. Ma questa notizia non passa nei tg”.
La visita ai campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau ha reso ancora più tangibile a quali limiti possano portare le dittature, anche per il silenzio di quanti sapevano o potevano sapere. La memoria di san Giovanni Paolo II ha contraddistinto la celebrazione della Messa (in italiano) di sabato 22 ottobre, nel santuario della Madonna della consolazione al cui esterno campeggia una grande statua del Pontefice polacco.
Ancora una volta, occorre ammetterlo al termine del viaggio, sono stati i rapporti personali il dato più evidente di un ponte ormai trasformatosi in un vero e proprio gemellaggio con la cittadina di Lezajsk. Nonostante le difficoltà della lingua, superate grazie al notevole lavoro svolto da Marcella, il clima è stato subito di complicità e fratellanza, suggellato dalla festa del sabato sera tra canzoni italiane, balli, birra e vodka, e sottolineato dal commento della stessa interprete: “Questi aiuti umanitari coinvolgono due popoli, noi polacchi e voi italiani, in favore di un terzo popolo”. Un gesto concreto di una pace possibile, oltre i confini degli Stati e le distanze fisiche e culturali.
“Siamo qui in Polonia – ha detto Israel De Vito – come operatori di pace. Noi delle Misericordie siamo la manovalanza della Parola di Dio. Giovanni Paolo II, in udienza a Roma, ci chiese di essere promotori della civiltà dell’amore”, una consegna mai dimenticata dai volontari, che si prodigano in tante occasioni di necessità, come quella della guerra in Ucraina. I cinque camion militari in partenza per il confine (alla guida di uno era don Wieslaw Dorosz, direttore della Caritas latina di Leopoli) sono stati il segno tangibile di quanto realizzato. Gran parte della merce proveniente dalla Romagna domenica scorsa era già verso la destinazione finale, in favore di chi vive sotto le bombe o dentro i rifugi per i continui attacchi alle centrali elettriche. In questo modo i russi cercano di fiaccare la resistenza della popolazione costretta senza energia. L’impegno preso dai volontari delle Misericordie e dai due sindaci è quello di tornare prima possibile. Il desiderio è quello di tornare con una nuova missione e di andare a Leopoli, per toccare con mano la realtà quotidiana di chi vive in guerra. Tappa obbligata sarà sempre a Lezajsk, dove la Caritas polacca smista tutti gli aiuti umanitari per l’Ucraina, e dove solidarietà e auspici di pace hanno saputo costruire ponti che nessuna bomba potrà mai distruggere.
(precedentemente pubblicato su “Il corriere cesenate”)