Con uno sguardo al futuro

Quando iniziò questa assurda guerra, nessuno poteva immaginare che il mondo “civile” avrebbe lasciato massacrare un popolo senza interporre mezzi risolutivi per fermare la mano dell’aggressore. I tentativi, che pure ci sono stati, di indurre Putin a sedersi seriamente al tavolo delle trattative, sono tutti naufragati. Persino la disponibilità di Papa Francesco di recarsi a Mosca è stata boicottata. “Dopo venti giorni di guerra – ha dichiarato Francesco in una celebre intervista – ero disposto a incontrare Putin. Non abbiamo avuto ancora risposta”. Di fronte a tale evidenza, meraviglia come ci siano ancora molti - i cosiddetti equidistanti- che tentano di sfumare le responsabilità e l’insensibilità del Presidente russo, mentre contrastano ogni scelta del governo a sostegno del popolo ucraino

(Foto: ANASA/Sir)

Quando iniziò questa assurda guerra, nessuno poteva immaginare che il mondo “civile” avrebbe lasciato massacrare un popolo senza interporre mezzi risolutivi per fermare la mano dell’aggressore. I tentativi, che pure ci sono stati, di indurre Putin a sedersi seriamente al tavolo delle trattative, sono tutti naufragati. Persino la disponibilità di Papa Francesco di recarsi a Mosca è stata boicottata. “Dopo venti giorni di guerra – ha dichiarato Francesco in una celebre intervista – ero disposto a incontrare Putin. Non abbiamo avuto ancora risposta”. Di fronte a tale evidenza, meraviglia come ci siano ancora molti – i cosiddetti equidistanti- che tentano di sfumare le responsabilità e l’insensibilità del Presidente russo, mentre contrastano ogni scelta del governo a sostegno del popolo ucraino. A sentire quello che emerge dai tanti, troppi dibattiti, è come se nel nostro Paese ci siano due fronti, uno pro e l’altro contro la guerra. Al di là delle contrapposizioni, molte delle quali di maniera, chi potrebbe dissentire oggi sulla richiesta di una cessazione immediata delle ostilità? Chi può restare insensibile di fronte alle migliaia di civili che muoiono sotto le bombe, ai tanti bambini deportati in Russia, al grano che marcisce nelle navi,alle città ucraine che vengono rase al suolo con una sequenza cinica? Purtroppo, nessuna di queste e altre atrocità riesce a muovere il cuore di Caino! “Questa guerra- ha scritto Luigino Bruni su Avvenire- è anche il fallimento dell’umanesimo cristiano. Dopo duemila anni siamo costretti a prendere atto che il Regno dei cieli è quasi disabitato”. Di fronte alla logica inesorabile della guerra e all’impossibilità di ottenere almeno una tregua dettata da ragioni umanitarie, vi è come la tentazione di alzare le braccia e arrendersi. L’unità iniziale degli europei sulle sanzioni alla Russia sembra come sgretolarsi, mentre anche l’ingresso dell’Ucraina in Europa comincia a incontrare qualche ostacolo. C’è, perfino, chi ipotizza di spingere Zelensky a cedere parti del territorio ucraino alla Russia, pur di porre fine a questa assurda guerra. Anche se le divisioni e i tentennamenti fanno il gioco della Russia, chi potrebbe, nelle condizioni attuali, rifiutare un negoziato con Putin? Purché, come sostiene Draghi, ogni intesa si ottenga, almeno, con il consenso dell’Ucraina. Peraltro, di fronte ai passi avanti compiuti negli ultimi giorni dall’esercito russo e alle difficoltà mostrate da quello ucraino, non sembra che ci siano altre alternative. “Guai ai vinti!”, come in occasione dell’invasione di Roma a opera dei Galli (300 a.c.), anche oggi si afferma il primato della forza sul diritto. “Occorre con lucidità e con coraggio porre fine alla insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace”, ha detto il Presidente Mattarella in occasione della festa della Repubblica. Un messaggio pieno, sì, di amarezza, ma aperto a quella speranza nel futuro che prima o poi dovrà arrivare. Prima la pandemia, ora la guerra, tutto sta incidendo sui nostri stili di vita. Se l’invasione russa è vissuta in maniera drammatica dal popolo ucraino, le sue conseguenze sono avvertite in tutto il mondo, Italia compresa. Il caro bollette, solo per citare un aspetto, sta provocando una crisi del sistema industriale, oltre a un aumento generalizzato dei prezzi (inflazione) e a una riduzione del potere d’acquisto di stipendi e pensioni. Altri poveri si sommano a quelli già provocati dalla pandemia!Quando tornerà la pace, si dovrà cominciare a lavorare per conservarla, costruendo accordi e intese fondate sulla giustizia, sul rispetto dei diritti,sulla solidarietà e sulla promozione delle classi più disagiate sia a livello nazionale che mondiale. Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, si dovrà puntare tutto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che, come è noto, dovrà essere realizzato entro il 2026, pena la perdita dei finanziamenti europei. “Presto sarà domani”. Così recita il titolo di un cortometraggio di Michele Placido che cerca di immaginare come cambierà l’Italia grazie al Pnrr: un Paese più ecologico, con una burocrazia a portata di tablet e una mobilità più sostenibile.La speranza è che la realtà possa coincidere con la fiction.

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