“Un rumore potente si è chiaramente sentito anche in centro città”. E’ don Roman Krat, parroco della cattedrale di Odessa e direttore del tribunale diocesano, a raccontare al Sir cosa sta succedendo in città in queste ore. Sono sei i missili da crociera lanciati oggi dalle forze russe su Odessa, nel sud dell’Ucraina. Lo riferiscono le forze di difesa ucraine del sud mentre sui social vengono diffusi video che mostrano alte colonne di fumo alzarsi dai siti colpiti. Negli attacchi non si sono registrate vittime. ”Il nemico continua non solo la distruzione fisica delle infrastrutture della regione, ma anche la pressione psicologica sulla popolazione civile”, ha affermato il comando operativo dell’esercito ucraino del Sud. Nonostante le autorità cittadine stiano invitando le persone a rimanere “al riparo”, “la gente – dice il parroco – sta passeggiando con i bambini. È una bella giornata e comincia a fare caldo”. Ma è evidente che la città è in stato di allerta. “È vietato l’accesso in spiaggia”, racconta il sacerdote, perché “gran parte del lungo mare è stato minato dai nostri soldati russi a protezione della città in caso di attacco e sbarco di russi di notte”.Altro segnale di allerta è la decisione presa dalle autorità locali di introdurre per tutta la regione di Odessa un coprifuoco totale in vista del 9 maggio, giorno delle celebrazioni russe per la vittoria nella Seconda guerra mondiale: il coprifuoco entrerà in vigore dalle 22 di domenica 8 maggio fino alle 5 di mattina di martedì 10. Non è la prima volta che si decide per un coprifuoco così allungato. Era successo anche per la giornata del 2 maggio quando ad Odessa ricorreva l’anniversario della “strage” nel 2014 nella casa del sindacato. Ma questa volta, non si temono manifestazioni quanto piuttosto quello che le autorità locali definiscono un “alto rischio” di bombardamenti in tutto il Paese. Non è quindi un caso che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky abbia lanciato in queste ore un appello via Telegram alla popolazione, in cui chiede ai cittadini, specie in questi giorni, di non ignorare le sirene antiaeree. “Per favore, si tratta della tua vita, della vita dei tuoi figli. Inoltre, attenetevi rigorosamente all’ordine pubblico e alle norme sul coprifuoco nelle città e nelle comunità”. Don Roman da Odessa conferma: “si teme che quest’anno i russi possano incrementare le loro azioni militari in Ucraina. Non ci sorprenderebbe perché il loro modo di celebrare è violento e quello che ci aspettiamo è un aumento di bombardamenti”. Sempre nelle ultime ore, il presidente ucraino aveva detto che l’Ucraina sarebbe disposta ad accettare un accordo di pace di compromesso con la Russia se le forze di Mosca si ritirassero “sulle posizioni del 23 febbraio”, lasciando intendere che non pretenderebbe la restituzione della Crimea. “E’ una situazione molto difficile”, dice il sacerdote. La diocesi di Odessa-Simferopoli comprende la Crimea ed è ancora oggi un’unica diocesi. Il parroco spiega che quando la Crimea è stata occupata, i russi per legalizzare la presenza della chiesa cattolica, hanno creato un “distretto pastorale” il cui responsabile è il vescovo ausiliare. “A livello però canonico la diocesi rimane una e non è cambiato nulla. Questo significa – sottolinea il parroco – che ad oggi la diocesi non riconosce l’occupazione della Crimea”.
Sale la tensione anche in Moldova e nella regione separatista al confine con l’Ucraina. In una conferenza stampa oggi la presidente Maia Sandu ha detto che la scorsa notte ci sono state altre due esplosioni sulla riva sinistra del fiume Dniester, cioè nella zona dell’ex campo d’aviazione militare nel villaggio di Varancau, distretto di Ribnita. Le esplosioni sono avvenute tra le 22 e le 22.50. Non ci sono state vittime. Queste esplosioni sono state lanciate da un drone e hanno preso di mira la pista non funzionale di un aeroporto. Anche a Chişinău, capitale della Moldova, si seguono con preoccupazione i bombardamenti su Odessa. La presidente Sandu ha detto che alla vigilia e nel giorno del 9 maggio, gli organi di polizia faranno tutto il possibile per non destabilizzare la situazione nel paese. “Dopo i primi incidenti nella regione della Transnistria, il Consiglio Supremo di Sicurezza ha preso delle decisioni e il livello di allerta è stato aumentato”. Insomma, le forze dell’ordine faranno tutto il possibile per evitare la destabilizzazione, prevenire azioni che potrebbero aumentare i rischi e “mantenere l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini”, ha assicurato il Capo dello Stato.