“Siamo quasi certi che Papa Francesco sarà presente alla Cop26, anche se la conferma definitiva non c’è stata. Il discorso del Santo Padre sarà stampato sul nostro giornale diocesano, ‘Flourish’, che verrà distribuito in tutte le nostre parrocchie. Il Santo Padre si fermerà soltanto quattro ore per chiedere ai capi di Stato e ai delegati internazionali di agire subito per salvare il pianeta”. Ronnie Convery è il direttore dell’ufficio comunicazioni dell’arcidiocesi di Glasgow, una sede vacante da quando, lo scorso gennaio, è scomparso l’arcivescovo Philip Tartaglia, e fa parte del comitato organizzatore costituito dalla Chiesa cattolica per le iniziative per preparare il vertice Onu che si terrà nella città scozzese tra il 1° e il 12 novembre. Al Sir racconta le preparazioni a meno di un mese di distanza dall’importante appuntamento.
Città e Chiesa locale in fermento. “Siamo una decina di persone. Ci sono esperti di liturgia, di musica, di logistica e di video. A guidarci è il vescovo di Galloway, William Nolan”, spiega. “Siamo in contatto con la Santa Sede ma non c’è ancora un programma ufficiale. Non sappiamo a che ora arriverà Francesco, ma sembra che sarà verso mezzogiorno e che andrà subito allo Scottish Exhibition and Conference Centre, dove viene ospitata la Cop26, per poi tornare all’aeroporto. Non vi sarà tempo per liturgie e incontri con il pubblico. Glasgow sarà completamente blindata. Per una città così piccola ospitare i capi di Stato più importanti del mondo è una sfida molto difficile dal punto di vista della sicurezza”.
La serata dedicata ai giovani. È prevista una messa, il 7 novembre, alle 13, proprio a metà della Cop26, nella chiesa dei Gesuiti di Glasgow Saint Aloysius, alla quale parteciperà una delegazione vaticana, assieme a tutti i vescovi cattolici scozzesi e a centinaia di fedeli. E, durante la settimana precedente, veglie di preghiera organizzate da frati della comunità francese di Taizé in cinque chiese cristiane di Glasgow, tra le quali quella dell’Immacolata Concezione, nella zona della città che si chiama Mary Hill, la collina di Maria.
Sempre gli stessi frati proporranno una serata per giovani a Saint Aloysius.
Queste alcune delle iniziative cattoliche in vista della Conferenza che potrebbe rappresentare – questo l’auspicio diffuso – una svolta significativa nella lotta per proteggere l’ambiente.
La celebrazione del 7 novembre. “Lo sforzo organizzativo più grande è la messa del 7 novembre”, continua Convery. “Possiamo invitare soltanto 600 persone, invece delle 700 che Saint Aloysius è in grado di accogliere, perché le misure anti Covid – mascherine, gel, comunione nella mano e nessun segno della pace – sono ancora in vigore. Poiché vi saranno sia i delegati Onu che i fedeli dovremo limitare i numeri e non sarà facile. Stiamo pensando a un sistema on-line sul quale ci si potrà registrare per prenotare i posti alla messa alla quale sarà senz’altro presente il presidente della Conferenza episcopale scozzese, il vescovo di Aberdeen Hugh Gilbert, mentre l’omelia sarà affidata al vescovo di Galloway William Nolan, presidente della commissione scozzese ‘Giustizia e pace’.
Si tratterà di una celebrazione davvero internazionale
con canti in latino e nelle più importanti lingue europee e un coro avviato proprio per questo evento. La messa verrà trasmessa anche via streaming per chi non potrà essere fisicamente presente”.
Iniziative ecumeniche. “Tra le iniziative ecumeniche – afferma Convery – vi sarà anche una messa nella cattedrale protestante di Saint Mungo, il santo patrono di Glasgow, che sarà guidata dal moderatore della presbiteriana Church of Scotland e alla quale parteciperanno tutti i leader religiosi cristiani. La liturgia sarà animata dal coro cattolico dei St. Mungo singers dell’arcidiocesi di Glasgow, che, quest’anno, festeggia cinquant’anni”.
Cattolici coinvolti e impegnati. “La Cop26 è un evento complicatissimo che coinvolge Nazioni Unite, governo britannico, governo scozzese, polizia e servizi segreti. Noi non partecipiamo all’organizzazione ma ai rappresentanti della nostra Caritas scozzese Sciaf (Scottish Catholic International Aid Fund) è stata data la possibilità di prendere parte ai lavori e di avvicinare i delegati dei vari Paesi per fare azione di lobby sul messaggio del Papa che ha incoraggiato i partecipanti della Conferenza a trovare un accordo per salvare il pianeta”, conclude Ronnie Convery. “Per noi cattolici si tratta di un evento importantissimo sul quale stiamo concentrando tutte le nostre energie”.