Un Natale di sacrificio, come quello di Maria che viaggiava sull’asino pochi giorni prima di dare alla luce Gesù.
Un Natale in cui la Chiesa cattolica inglese chiederà ai suoi fedeli di andare a Messa una volta soltanto e di esercitare tanta prudenza perché il virus circola ancora ed è pericoloso.Un Natale che metterà la parola fine a un anno difficile che ha dato anche tanti frutti.
È il vescovo John Arnold, responsabile della diocesi di Salford, che comprende la città di Manchester, buona parte del nord ovest inglese e circa trecentomila fedeli, a raccontare al Sir come i cinque milioni di cattolici inglesi si preparino a celebrare la nascita di Gesù.
“Penso che le chiese siano posti sicuri perché il numero di ingressi è limitato e, in molti casi, bisogna prenotare. Manteniamo la distanza di due metri e igienizziamo le mani”, spiega il vescovo Arnold, “Abbiamo anche lanciato l’invito a frequentare una sola Messa, tra la vigilia di Natale e Capodanno, cosi da non rendere il carico di lavoro eccessivo per i sacerdoti e i volontari che devono igienizzare le chiese”.
Secondo il responsabile della diocesi di Salford “si tratterà di un Natale diverso, difficile per molti, perché non potranno trascorrerlo con i figli o con i nipoti come fanno ogni anno. Invito tutti ad essere generosi e a pensare agli altri e non soltanto ai noi stessi. Capire che il rischio non è soltanto di prendere il virus ma che, frequentando altre persone, possiamo infettarle. Bisogna avere common sense, quel buon senso sempre invocato dagli inglesi”.
“Se pensiamo alla storia di quel primo Natale e a Maria che dà alla luce suo figlio, ad oltre cento chilometri da casa, lontana dai suoi parenti, capiamo che è stato un momento difficile per la Sacra Famiglia proprio come capita a noi oggi.
Questo Natale può riportarci al messaggio originario.
Il meraviglioso dono che Dio ci fa di suo figlio che viene tra di noi. Possiamo rinnovare, in questo 2020, la nostra comprensione di che cosa sia davvero il Natale”.
Certo, ripensando ai mesi scorsi, il responsabile della diocesi di Manchester non può che ricordare il dolore provato da tanti fedeli per la perdita delle persone care, gli infermieri e i dottori in prima linea, la difficoltà di celebrare i funerali e i matrimoni che, spesso, si sono dovuti rimandare. “È stato davvero difficile per tanti”, dice.
Eppure ci sono stati aspetti positivi. Tanti volontari, decine in ogni parrocchia, che si sono fatti avanti per misurare la temperatura, disinfettare le chiese, guidare i fedeli e assicurarsi che si igienizzavano le mani. “Certo non è stato facile riaprire ma ce l’abbiamo fatta”, dice il vescovo Arnold, “Quasi tutte le nostre chiese hanno ripreso le funzioni. Penso che questi mesi, cosi difficili, abbiano riavvicinato le persone a Dio come dimostrano tanti sondaggi. Gettati nell’insicurezza, in tanti hanno riscoperto un sentimento religioso. Le Messe online sono andate benissimo. A quella che celebro nella cattedrale di Salford, ogni domenica, partecipano fedeli di oltre cento nazioni e, per le funzioni pasquali, si sono collegati in migliaia. Molti di più di quelli che partecipavano di persona prima del lockdown”.
Per il vescovo “questa esperienza via video continuerà perché consente a tanti anziani e malati, che fanno fatica a partecipare di persona, di far parte della congregazione. Spero anche che altri, più giovani, possano riscoprire un senso di appartenenza alla Chiesa e ritornare in parrocchia”. Una comunità digitale, tuttavia, “non potrà mai sostituire quella in presenza, come ha detto tante volte papa Francesco”.“Se questa pandemia ci costringe, quest’anno, a fermarci e pensare agli altri – conclude il vescovo -, ai nostri fratelli e sorelle, in Paesi lontani, in condizioni tanto peggiori delle nostre per mancanza di una sanità pubblica e anche alla povertà che abbiamo accanto a noi, a chi non ce la fa, magari anche tra i nostri vicini, in quella visione globale che ci propone papa Francesco, allora sarà un vero Natale”.