Due anni e mezzo come presidente del Comitato economico e sociale europeo sono pochi, in particolare in quest’epoca di rapide trasformazioni in cui siamo stati testimoni di quanto possano essere fragili le nostre democrazie, le nostre società e il nostro pianeta, e di come i cambiamenti possano divenire la nostra realtà quotidiana.
Nell’aprile 2018 ho assunto la presidenza del Cese con l’idea che dovessimo riscoprire lo spirito umanistico del Rinascimento per accelerare il nostro cammino verso un’Europa sostenibile. A ridosso della Brexit e con le elezioni europee alle porte ero consapevole che la società civile aveva un ruolo cruciale da svolgere nell’orientare l’economia e le società europee verso modelli più sostenibili e intelligenti. Giunto al termine del mio mandato posso dire che
l’Europa ha mostrato ancora una volta la sua resilienza.
Alle elezioni europee dello scorso anno i nazionalisti e gli euroscettici sono usciti sconfitti e il modo in cui l’Europa ha affrontato la pandemia di Covid-19 ha indubbiamente assestato un duro colpo alla loro narrazione di falsità.
L’Ue ha adottato misure senza precedenti e nel giro di pochi mesi ha infranto tabù impossibili da scalfire, tutelando i cittadini e le comunità e investendo in una solida strategia per il nostro futuro, con il più ampio consenso mai riscontrato.
Negli ultimi sei mesi gli europei hanno veramente dimostrato quanto questo spirito di consenso sia forte. Abbiamo dimostrato cosa si può realizzare se ci fidiamo gli uni degli altri, se ci fidiamo delle nostre istituzioni europee.
Ad oggi, l’insieme delle misure già esecutive superano i 5 trilioni di euro, una somma superiore di cinque volte il piano Marshall a prezzi attualizzati. L’Europa è la nostra forza.Sono sempre più convinto che le tre priorità della mia presidenza, vale a dire sviluppo sostenibile, pace e cultura, continuino a essere al centro di questo Rinascimento dell’Europa. La pandemia sarà pur stata un campanello di allarme, ma stavamo già assistendo ai cambiamenti climatici e all’intensificarsi di eventi meteorologici estremi.
Il piano europeo di ripresa costituisce un’opportunità unica per evitare scenari apocalittici e trasformare l’Europa in un leader mondiale della sostenibilità. #NextGenerationEu è la nostra vera occasione per far sì che i cambiamenti siano definiti da progettualità e non da una calamità o dal volere di altri Paesi. E la nostra occasione per rispolverare una vera economia dal volto umano e solidale.
La società civile può assumere un ruolo guida in questo senso. Siamo stati i primi, tra le istituzioni dell’Ue, ad ascoltare Greta Thunberg e i giovani attivisti per il clima che scendono in piazza per sollecitare un cambiamento immediato.
Noi al Cese siamo stati i primi a diffondere modelli di economia circolare e sviluppo sostenibile. Le nostre organizzazioni, al fianco dei governi locali, continueranno a essere in prima linea nell’attuazione del piano di ripresa dopo la pandemia, adoperandosi per evitare il caos.
Durante la mia presidenza abbiamo promosso una società civile dinamica e attiva che chiede di essere adeguatamente coinvolta, al di là del mandato stabilito dal trattato.
Ora ci troviamo alla vigilia della Conferenza sul futuro dell’Europa che costituisce un’opportunità per portarci, tutti insieme, verso una nuova Europa. Settant’anni fa, nella sua dichiarazione, Robert Schuman ha affermato che la pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Mai nel corso della storia e in nessuna parte del mondo le donne e gli uomini hanno vissuto un periodo di pace, stabilità e prosperità economica lungo quanto quello odierno; mai vi è stata una garanzia delle libertà e dei diritti come al giorno d’oggi in Europa.
Tuttavia, come ben sappiamo, non possiamo adagiarci sugli allori.
L’Europa è stata messa alla prova da numerose crisi, questa volta più che mai in passato.
Sono certo che abbiamo energia e creatività sufficienti per uscirne di nuovo più forti, tutti insieme.
È giunto il momento di mostrare ancora una volta di essere all’altezza della sfida, mostrando una maggiore apertura al cambiamento e avanzando proposte tangibili su come ricostruire l’Europa partendo “da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”, come disse Schuman.
La rEUnaissance sarà realizzata da uomini e donne che hanno il coraggio di innovare, sognare, impegnarsi, rischiare, coltivare un senso di responsabilità collettivo, il che richiede intelligenza emotiva e un realismo appassionato e illuminato. Sì, ce la possiamo fare.