Dove non era giunta la crisi finanziaria del 2008, né quella delle migrazioni del 2015, arriverà forse quella generata dal Covid-19. La pandemia mondiale, che sta colpendo con particolare virulenza il vecchio continente, impone, di fatto, un cambio di rotta all’Unione europea: dalla palude si esce solo insieme. Lo ha spiegato con determinatezza e passione Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che mercoledì 16 settembre ha tenuto il suo primo “Discorso sullo stato dell’Unione” dinanzi al Parlamento europeo a Bruxelles.
L’Unione della sanità. Un’ora e mezza di discorso, più volte interrotto dagli applausi di gran parte dei deputati. Il coronavirus ha segnato e attraversato l’intero discorso, imbastito su una agenda comunitaria riplasmata, perché ora le priorità sono cambiate. “Dobbiamo costruire una ‘Unione della sanità’ – ha affermato in principio Von der Leyen –. Con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la presidenza italiana del G20 organizzeremo un vertice globale sulla sanità in Italia” allo scopo di “dimostrare che l’Europa c’è per proteggere i suoi cittadini”. “Gli europei vogliono uscire da questa situazione creata dal coronavirus, da questa fragilità, dall’incertezza. Sono pronti per un cambiamento e sono pronti ad andare avanti”. “Questo è il momento per l’Europa verso una nuova vitalità”.
“La pandemia non è superata”. Il Discorso sullo stato dell’Unione ha spaziato da affermazioni di principio (“abbiamo scoperto di essere una comunità fragile”) a proposte concrete e progetti per il futuro, soprattutto in materia economica, ambientale e della tutela dei diritti dei cittadini. Il primo, lungo capitolo dell’intervento si è concentrato sull’emergenza sanitaria: “nessuno sarà sicuro finché non saremo sicuri tutti”, ha dichiarato l’oratrice; da qui gli investimenti per giungere al più presto a un vaccino disponibile per tutti e l’annuncio del Global Health Summit in Italia. Von der Leyen ha osservato: “il cambiamento che stiamo progettando non dev’essere imposto dall’emergenza della pandemia, ma rispondere a un progetto di cambiamento” dell’economia (Green Deal), degli stili di vita, della presenza Ue nel mondo. “La pandemia non è superata, per questo dobbiamo anzitutto esserci per chi ha bisogno”. Malattia, disoccupazione e povertà le tre grandi questioni da affrontare con urgenza, “anche attraverso la costruzione di un’economia umana”.
Medicina e sanità. A proposito della risposta al coronavirus e la protezione della salute, la presidente ha parlato del rafforzamento dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Ha poi annunciato una “barda” europea (Biomedical Advanced Research and Development Authority), agenzia per la ricerca e lo sviluppo avanzato in campo biomedico, “per migliorare la capacità dell’Europa di rispondere alle minacce transfrontaliere”. La politica tedesca ha quindi chiesto un dibattito sulle nuove competenze per l’Ue nel campo della salute nell’ambito della prossima Conferenza sul futuro dell’Europa.
Nuovo slancio all’economia. Passando a un altro tema, Von der Leyen ha sottolineato l’importanza di “rafforzare l’economia sociale di mercato dell’Europa e di proteggere i lavoratori e le imprese dagli shock esterni”. Ha promesso di proporre un quadro giuridico per la fissazione del salario minimo. Si è quindi impegnata a promuovere il mercato unico, rafforzare l’Unione economica e sociale, sostenere le imprese e gli investimenti per le infrastrutture, aggiornare la strategia industriale dell’Ue, ripristinare il pieno funzionamento dello spazio Schengen. Ha quindi rivelato che la Commissione europea proporrà di aumentare l’obiettivo per il 2030 di riduzione delle emissioni inquinanti dal 40% al 55%. “Ciò metterà l’Ue sulla buona strada per la neutralità climatica entro il 2050”. Von der Leyen ha inoltre annunciato che il 30% del budget di 750 miliardi di euro di Next Generation Eu verrà raccolto tramite obbligazioni verdi. E il 37% del finanziamento sarà investito negli obiettivi del Green Deal europeo, compresi i progetti europei “faro”: idrogeno, bioedilizia e un milione di punti di ricarica elettrica.
Finanziamenti per il digitale. “L’Europa deve ora aprire la strada al digitale, o dovrà seguire la via tracciata dagli altri”, ha sottolineato a un certo punto Ursula von der Leyen, insistendo sul tema dell’innovazione e della competitività, passaggi necessari per rispondere alla crisi economica e rilanciare imprese e lavoro. Ha chiesto un piano comune per l’Europa digitale con obiettivi “chiaramente definiti per il 2030”, come connettività, competenze e servizi pubblici digitali. Ha inoltre annunciato che l’Ue investirà il 20% del budget di Next Generation Eu nel digitale.
Onu, Usa, Brexit, Africa. Ampio il capitolo sulla politica estera e le grandi emergenze democratiche e umanitarie: dalla Bielorussia alla Turchia, dalla Russia all’Africa. La presidente ha chiesto la “rivitalizzazione” e la “riforma del sistema multilaterale”, comprese le Nazioni Unite, l’Omc (commercio) e l’Oms (sanità). Ha esortato gli Stati membri ad accettare il voto a maggioranza qualificata sulle relazioni esterne “almeno sui diritti umani e l’attuazione delle sanzioni”. Riferendosi a “nuovi inizi con vecchi amici”, la presidente dell’esecutivo ha detto che l’Europa è pronta a costruire “una nuova agenda transatlantica con gli Stati Uniti” e a raggiungere un accordo con il Regno Unito per il Brexit, “a condizione” che Londra “onori l’accordo di recesso, una questione di diritto su cui non torneremo mai indietro”. Nell’intervento in emiciclo anche un “pacchetto di ripresa economica per i Balcani occidentali”. Necessario inoltre rafforzare le relazioni con l’Africa come “partner naturale”.
Patto sulla migrazione. Durante il discorso, la presidente ha rivelato che “la prossima settimana la Commissione presenterà il suo nuovo Patto sulla migrazione, con un approccio basato sull’umanità, la solidarietà” e una “netta distinzione tra chi ha il diritto di restare e chi no”. Ma prima di tutto ha ribadito “il dovere di salvare le vite in mare” e di contrastare la tratta di essere umani. Ha spiegato che la Commissione “si farà avanti e si assumerà la responsabilità” di affrontare la situazione dopo l’incendio di Moria, a Lesbo. Poi ha chiesto con vigore l’impegno di tutti gli Stati membri, perché “la migrazione è una sfida europea e tutta l’Europa deve fare la sua parte”.
Un Coordinatore contro il razzismo. Ursula von der Leyen ha quindi annunciato che la Commissione presenterà un “piano d’azione europeo contro il razzismo”, rafforzerà le leggi sull’uguaglianza razziale ed estenderà l’elenco dei crimini a livello dell’Ue a tutte le forme di crimini ispirati dall’odio e discorsi d’odio, basati su razza, religione, genere o sessualità. La Commissione nominerà anche il suo primo Coordinatore contro il razzismo in assoluto. Presenterà una strategia per rafforzare i diritti Lgbti e spingerà per il riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell’Ue: “se si è genitori in un Paese – ha dichiarato – lo si è in tutti i Paesi”.