Di nuovo fiamme e fumo nero. Di nuovo una cattedrale distrutta, gioiello del patrimonio gotico e religioso del Paese. “Dopo l’incendio di Notre-Dame di Parigi nell’aprile 2019 e quello di questa stessa cattedrale di Nantes nel 1972, non è solo una parte del patrimonio religioso ad essere distrutta, ma anche un simbolo della fede cattolica ad essere danneggiata, ferendo i cuori di tutti coloro per i quali questi edifici sono luoghi di preghiera, rifugi spirituali, punti di riferimento per la loro fede”. Con queste parole, i vescovi francesi danno voce ai sentimenti dei cattolici di tutto il Paese di fronte alle immagini dell’incendio che è divampato intorno alle 7.30 all’interno della storica cattedrale di San Pietro e San Paolo di Nantes. A fine mattinata le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco intervenuti immediatamente sul posto ma i danni purtroppo sono ingenti. A tracciarne un bilancio è la stessa diocesi di Nantes: il fuoco ha completamente distrutto il grande organo e la vetrata del XV secolo, mentre gli stalli del coro e l’organo sono parzialmente distrutti. Per fortuna, contrariamente alla Cattedrale di Notre-Dame di Parigi, che aveva ancora le travi del tetto in legno, la Cattedrale di San Pietro e San Paolo di Nantes era stata rinnovata con travi di cemento a seguito di un grande incendio scoppiato nel 1972 che aveva ridotto il tetto a cenere. La ristrutturazione è stata completata solo nel 2013.
Sulla dinamica della tragedia, sarà aperta un’indagine. Il procuratore della Repubblica di Nantes Pierre Sennes ha annunciato di aver aperto un’inchiesta per “incendio doloso”. Secondo infatti quanto affermato anche dall’amministratore della diocesi padre François Renaud, tre inneschi sono stati trovati in tre punti diversi all’interno della cattedrale: uno accanto al grande organo, l’altro dalla parte dell’organo del coro e l’ultimo a fianco dell’altare. Arriverà pertanto un esperto da Parigi per valutare gli inneschi e l’impianto elettrico della cattedrale.
Dopo l’incendio di Notre-Dame di Parigi, tutta la Francia si è stretta attorno a Nantes. Da Bruxelles, il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron ha parlato con il presidente della Conferenza episcopale di Francia, mons. Eric de Moulins-Beaufort, per comunicare “la sua compassione”. “Voleva esprimere il legame che unisce la comunità nazionale con la comunità cattolica di fronte a questo nuovo dramma”, si legge in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale. Il vescovo Eric de Moulins-Beaufort ha espresso al presidente l’auspicio che si tratti solo di un incidente ma ha anche ribadito che “sarà necessaria un’indagine”. I vescovi accolgono con sollievo il fatto che le fiamme non abbiano provocato vittime ed aggiungono però nella nota che “quanto successo mette in evidenza l’urgenza di mettere in atto il piano di sicurezza menzionato durante il Forum per il dialogo tra il governo e la Chiesa cattolica che si è tenuto all’Hôtel de Matignon il 9 marzo 2020”.
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La cattedrale è il cuore della città di Nantes. “Dopo l’incendio della nostra cattedrale nel 1972 e quello della basilica di Saint Donatien nel 2015, questo dramma immerge ancora una volta i cristiani della Loira in una grande tristezza”, si legge in un comunicato della diocesi. “La cattedrale, un capolavoro architettonico, è il luogo di incontri in cui si svolgono gli eventi importanti della storia della diocesi. Lo scorso gennaio, una grande folla venne qui a salutare l’arcivescovo Jean Paul James prima della sua partenza per l’arcidiocesi di Bordeaux. Durante la quarantena, attraverso le celebrazioni della Settimana Santa trasmesse in diretta, ha continuato a essere il cuore della vita della diocesi”. La diocesi esprime poi una profonda gratitudine al lavoro e all’impegno dei pompieri, della polizia e della società civile. “Siamo molto toccati dal sostegno delle autorità pubbliche e dalle testimonianze di amicizia di rappresentanti di altre chiese cristiane e di altre religioni”. La cattedrale ha subito nel corso della storia gravi danni dai bombardamenti del 1944 all’incendio del tetto nel 1972. La sindaca Johanna Rolland ha parlato di “una giornata di tristezza” per Nantes. Sul posto sono arrivati anche il primo ministro Jean Castex e i ministri dell’Interno e della Cultura, Gérald Darmanin et Roselyne Bachelot.
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