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A Francoforte si chiude la prima fase del cammino sinodale. Si discuterà di potere nella Chiesa, vita sacerdotale, donne nei servizi e nei ministeri, amore e sessualità

L’assemblea si è svolta a Francoforte dal giovedì 30 gennaio a sabato 1 febbraio ha rappresentato la “fase istruttoria” di questo percorso. “Sono fiducioso” ha commentato il card. Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi. “Le mie attese sono state realizzate” ha fatto eco Thomas Sternberg, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk), che in termini paritetici conduce questo processo di dialogo tra laici e vescovi. Sono infatti 230 i partecipanti, per metà laici e per metà vescovi -  tutti i membri della Conferenza episcopale - sacerdoti, religiosi e religiose

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il cammino sinodale della Chiesa cattolica tedesca è cominciato. L’assemblea che si è svolta a Francoforte dal giovedì 30 gennaio a sabato 1 febbraio ha rappresentato la “fase istruttoria” di questo percorso. “Sono fiducioso” ha commentato il card. Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi, nella conferenza stampa conclusiva. “Le mie attese sono state realizzate” ha fatto eco Thomas Sternberg, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk), che in termini paritetici conduce questo processo di dialogo tra laici e vescovi. Sono infatti 230 i partecipanti, per metà laici e per metà vescovi –  tutti i membri della Conferenza episcopale – sacerdoti, religiosi e religiose. A Francoforte si è definito il regolamento di questo cammino, si sono tratteggiate le questioni in gioco per ciascuno dei temi scelti, sono stati identificati coloro che ora dovranno elaborare i testi su cui l’assemblea si confronterà, si è pregato. Ma non è stato un inizio semplice.

Potere e divisione dei poteri nella Chiesa; vita sacerdotale oggi; donne nei servizi e nei ministeri della Chiesa; amore e sessualità saranno i temi di lavoro di quattro forum,

i cui membri sono stati approvati dall’assemblea (con un po’ di malcontento perché sono solo 35 e quindi solo una parte dei componenti dell’assemblea). Lo “studio Mhg”, come viene sinteticamente chiamato lo sconvolgente lavoro pubblicato nel 2018 sul tema dell’abuso sessuale in ambito ecclesiale in Germania, indicava questi quattro come i nodi problematici che hanno creato il clima in cui sono stati possibili gli abusi. E a Francoforte sono state messe sul tavolo alcune delle questioni in gioco.

Potere: “Vere e proprie riforme nell’area del potere e della separazione dei poteri sono necessarie e possibili per il bene della missione della Chiesa” ha detto il vescovo di Speyer Karl-Heinz Wiesemann. Parole chiave di questo ambito risuonate in sala sono state “clericalismo”, “corresponsabilità”, “partecipazione”. “Si sono sviluppate una teologia della Chiesa, una spiritualità dell’obbedienza e una prassi del ministero che legano unilateralmente questo potere all’ordinazione e lo hanno sacralizzato, in un modo che lo protegge dalle critiche, lo sottrae al controllo e lo svincola dalla condivisione” ha spiegato Claudia Lücking-Michel, che insieme al vescovo ha introdotto il tema. “In questo ambito si può fare molto a livello locale”, ha riconosciuto, parlando con il Sir, il vescovo di Passavia Stefan Oster, che appartiene al gruppetto di vescovi più critici verso il cammino sinodale.

Sacerdozio: bisogna partire dalla domanda su come vivere la “nostra missione come popolo di Dio in una società sempre più secolarizzata”, ha spiegato il vescovo Felix Genn, per arrivare a riflettere sul “ruolo del sacerdote nel suo servizio al popolo di Dio”, sul significato della “sacramentalità”, ma anche sui cammini di preparazione al sacerdozio, di selezione dei candidati, di stili e forme di vita dei sacerdoti. Dal dibattito sono emerse sollecitazioni e testimonianze forti: “Abbiamo studiato in 30, siamo stati ordinati sacerdoti in 9, ora siamo solo più quattro”, ha raccontato un delegato. “La solitudine”, la percezione di “distanza, burocratizzazione, fragilità spirituale”; il “sovraccarico” di lavoro e la drammatica riduzione dei sacerdoti, alcuni elementi emersi. E poi certo, la questione del celibato: il vescovo di Osnabrück Franz-Josef Bode ha prospettato la possibilità che “ci possano essere le due forme, quella celibataria e quella no”; è emersa l’espressione di “sacerdozio sposato come figura profetica”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Donne: tema trasversale a tutti gli ambiti. Il modello di relazione tra donne e uomini nella Chiesa a cui ritornare, ancora il vescovo Bode, “è Maria e Giovanni sotto la croce”; “Gesù si è fatto carne, non maschio”, ha sottolineato. “La questione delle donne tocca dimensioni importanti come l’evangelizzazione, la credibilità e la giustizia” e affrontare questo tema oggi è indispensabile per il futuro della Chiesa cattolica, secondo la teologa Dorothea Sattler. “C’è da attendersi controversie su questo punto”, ha aggiunto, invitando a pensare “non solo alla vita sacramentale, ma a che cosa si può già fare”, a partire dal porre le donne in ruoli di guida. Il dibattito in sala è stato intenso: le associazioni femminili hanno raccolto 153mila firme per chiedere il sacerdozio per le donne; le giovani non sono più disposte ad “accettare e ubbidire”; la “realtà supera il magistero”; l’esclusione della donna dai ministeri getta “un’ombra sul lavoro di “advocacy” che la Chiesa fa per i diritti umani”.

Morale sessuale: anche questo ambito è stato introdotto da un vescovo e una laica (il vescovo Michael Gerber e Birgit Mock): “il magistero in questo ambito non è percepito come orientamento ma come divieto morale”; occorre “non rompere con la dottrina ma aprire, cambiare, perché essa dia orientamento e serva alle persone”. Questo è un altro dei temi su cui evidente è stata la polarizzazione. Poi ha preso la parola Janosch Roggel, uno dei 15 delegati under-30 dell’assemblea: “Sono un transessuale. E l’abuso da parte di un prete è stata la cosa peggiore che ho vissuto”. Gelo in sala.  E alla fine del suo intervento un applauso, molti in piedi.

Questo cammino porterà a “decisioni e chiari voti”, cioè indicazioni, che saranno di tre tipi ha spiegato il presidente Thomas Sternberg: “voti” realizzabili in Germania; altri sottoposti al Papa e altri ancora “potranno essere indirizzati a un concilio che un Papa forse un giorno potrà convocare”.

Marx ha definito i giorni di Francoforte come “tentativo di fare qualcosa di nuovo”, anche se “difficile”, di un “cammino spirituale” in cui sono coinvolti coloro che “vogliono fare avanzare l’evangelizzazione”. Per il cardinale è chiaro che occorre “prudenza”, che ci sono “enormi attese e paure”. È emerso però tangibile con il passare delle ore e dei giorni, che la possibilità di un confronto “all’altezza degli occhi”, come dice una espressione tedesca spesso ritornata, è arricchente e la fiducia la nota dominante.  A “rovinare la festa” sono arrivate però le pesanti dichiarazioni del cardinale di Colonia Rainer Woelki in un’intervista all’emittente domradio.de quando ancora l’assemblea doveva finire: l’assemblea sarebbe stata “manipolata” e la modalità di lavoro simile a quella del “parlamento di una Chiesa protestante”, mentre la “dimensione gerarchica della Chiesa” sarebbe stata “messa in discussione” da alcune scelte concrete. Il cardinale Marx ha respinto le accuse: “Tra pochi giorni incontrerò il Papa e gli riferirò dell’Assemblea” ha detto ai giornalisti. La conferenza episcopale si riunirà a Fulda a marzo. Poi a settembre una nuova assemblea.

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