Gualtieri: “Con il Giubileo città più bella e più verde”

Intervista al sindaco di Roma. I lavori giubilari? “Un’eredità di infrastrutture e di riqualificazione degli spazi”. Sostegno alla battaglia per il blocco degli sfratti. Le periferie, “la nostra priorità”. E sui rifiuti: il Tmv si farà, “fra tre mesi parte il cantiere”

I lavori giubilari? “Una bellissima eredità di infrastrutture e di riqualificazione degli spazi”. L’emergenza abitativa? Sostegno alla “battaglia di Caritas e diocesi per arrivare a un blocco degli sfratti”. Le periferie? “La nostra priorità”. L’aumento del prezzo del biglietto Atac? “La scelta dipende dalla Regione”. Il termovalorizzatore? “Si farà, fra tre mesi parte il cantiere”. Le opere a cui tiene di più? “I cantieri ambientali e sociali”. Sono alcuni dei passaggi chiave dell’intervista concessa a RomaSette dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a pochi giorni dall’apertura del Giubileo. Qualche settimana dopo la presentazione del suo terzo Rapporto alla città all’Auditorium. Numerosi i temi sul tappeto, dalle opere in corso per l’Anno Santo ai trasporti, dai rifiuti al futuro del Parco di Centocelle.

Sindaco Gualtieri, è inevitabile iniziare con il Giubileo, ormai alle porte. A pochi giorni dall’apertura della Porta Santa, qual è lo stato d’animo del primo cittadino della città che accoglierà i milioni di pellegrini che andranno ad aggiungersi ai “normali” turisti?
Vivo il momento dell’inizio del Giubileo, innanzitutto, con grande emozione: Roma vuole raccogliere e rilanciare il potente messaggio di speranza, di pace e di apertura al mondo che Papa Francesco ha voluto legare a questo grande evento spirituale. Come sindaco di Roma sento tutta la responsabilità di questo impegno. E poi, quando ormai si vede la fine di molti grandi cantieri, c’è la soddisfazione perché abbiamo dimostrato che anche qui le cose si possono fare, presto e bene. Grazie a una grande collaborazione con la Santa Sede, con il governo, con la Regione e con tanti altri soggetti, vedremo con il Giubileo una città più bella, più giusta, più verde. Sarà un anno impegnativo, ma ricchissimo di opportunità per Roma.

In occasione del Rapporto alla città, lei ha indicato le date della conclusione dei cantieri dei lavori giubilari. È soddisfatto rispetto agli obiettivi che vi eravate posti?
Sono molto soddisfatto. In questo dicembre stiamo inaugurando tutte le opere che andavano concluse prima degli eventi giubilari, a partire dalla vera e propria sfida rappresentata dalla pedonalizzazione e dalla realizzazione del tunnel a piazza Pia, che unirà in un’unica grande passeggiata Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro; così come la riqualificazione di piazza Risorgimento, di via Ottaviano, che abbiamo inaugurato la settimana scorsa ed è davvero bellissima, della piazza antistante la basilica di San Giovanni, di piazza dei Cinquecento, di piazza della Repubblica e delle zone adiacenti, il rifacimento completo di 600 chilometri di strade – quasi quanto l’intera Autostrada del Sole – e decine di altri interventi. Voglio ringraziare tutti quanti hanno contribuito a questo risultato, dagli amministratori, alle aziende, ai lavoratori, ma soprattutto vogli ringraziare i romani e le romane, per la pazienza dimostrata. So che non è stato facile ma oggi lasciamo alla città una bellissima eredità di infrastrutture e di riqualificazione degli spazi all’insegna della sostenibilità ambientale, della qualità della vita e dell’inclusione. Nei mesi successivi completeremo anche quella parte di lavori che accompagnano il Giubileo e che stanno comunque rispettando il cronoprogramma. Se si tiene presente il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione, visto che la caduta del governo Draghi ha fatto slittare l’approvazione del primo dpcm con il programma degli interventi al dicembre del 2022, penso che lo si possa definire un risultato straordinario.

La Cabina di regia con la Santa Sede si è dimostrata utile. Pensa che questa collaborazione possa continuare anche dopo il Giubileo?
La Cabina di regia a Palazzo Chigi coordinata dal sottosegretario Mantovano con governo, Santa, Sede, Regione e tutti i soggetti attuatori è stata di grandissima utilità e ha consentito di affrontare in modo efficace e tempestivo criticità e problemi e di valorizzare le sinergie tra le varie istituzioni, fornendo un grande supporto al lavoro della struttura commissariale. Voglio ringraziare per questo la presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano. Auspico che questo metodo di lavoro prosegua anche dopo il Giubileo anche perché non dobbiamo dimenticare che nel 2033 ci sarà un Giubileo straordinario di particolare importanza in occasione del bimillenario della Redenzione. Per fare solo un esempio, se ci metteremo subito al lavoro potremmo riuscire a realizzare il completamento dell’intera metro C fino a Farnesina in tempo per il nuovo Giubileo, il che significherebbe portare la metropolitana direttamente a piazza Pia e quindi di fronte a piazza San Pietro.

A proposito di collaborazione, nella recente assemblea diocesana dedicata alle “Disuguaglianze” il vicario Reina ha espresso l’auspicio di “creare occasioni stabili di confronto e di collaborazione con le istituzioni e con il vasto mondo delle associazioni” e il Papa ha invitato a “crescere nel dialogo con le istituzioni e le associazioni”. Cosa può assicurare su questo punto per progetti che aiutino a superare le disuguaglianze?
Come ha detto Papa Francesco in occasione della solennità dell’Immacolata, i cantieri sono un segno di vitalità di una città che si rinnova per essere più accogliente e funzionale, ma ancora più importanti sono i “cantieri dell’anima” e la capacità di vivere pienamente l’opportunità di rinascita spirituale e di liberazione sociale che il Giubileo offre. In questo quadro il dialogo e il cammino comune tra le istituzioni, la Chiesa e il mondo associativo può essere molto fecondo. Con il mondo delle associazioni e del Terzo settore e con la Chiesa stiamo lavorando intensamente su tanti progetti che puntano a ridurre le disuguaglianze e ad affrontare le diverse forme di povertà che purtroppo sono diffuse a Roma: penso al rafforzamento dell’assistenza ai disabili e alle tante case di semi-autonomia che stiamo aprendo, al progetto sui territori a disoccupazione zero e al rilancio della formazione professionale, alla forte presenza di progettualità sociale nei Piani urbani integrati che stiamo realizzando nelle periferie.

Fra i temi affrontati nel percorso diocesano sulle disuguaglianze c’è quello dell’emergenza abitativa. Servono case popolari. Cosa pensa di fare il Campidoglio su questo fronte?
C’è un’emergenza abitativa che riguarda tante città e metropoli europee. A Roma abbiamo provato a cambiare paradigma, innanzitutto avviando l’acquisto di centinaia di case popolari invece di svenderle, assegnandone molte di più che nel passato e spendendo dieci volte la media degli anni precedenti in manutenzioni. Abbiamo iniziato a ricostruire un fondo per assistere chi non ce la fa a pagare un affitto, dopo aver recuperato anni di soldi non erogati dall’amministrazione precedente e pur avendo subito il taglio del fondo nazionale. Valorizziamo progetti di recupero e auto-recupero del patrimonio esistente e gestiamo il fenomeno delle occupazioni abusive con un approccio umano e realistico, garantendo legalità e soluzioni alternative alle persone. Ecco perché sosteniamo l’impegno richiesto dal Papa di offrire spazi per accogliere chi è in difficoltà e la battaglia di Caritas e diocesi per arrivare a un blocco degli sfratti. Non possiamo certo sconfiggere da soli la povertà ma cerchiamo di fare tutto quello che è in nostro potere.

Rispetto all’accoglienza, non c’è solo quella dei pellegrini e dei turisti ma anche quella delle persone più fragili che a Roma vivono in situazioni precarie, anche in strada. Al di là delle strutture di emergenza come le tensostrutture, c’è un piano strutturale per l’accoglienza di queste persone?
Coerentemente con lo spirito di solidarietà invocato da Papa Francesco per questo Giubileo della Speranza, abbiamo scelto di lavorare per supportare chi ha più bisogno. Penso all’aumento del 50% dei posti per i senza dimora, all’organizzazione in corso delle 4 tensostrutture per il Giubileo, ma anche di 8 presidi mobili e di 2 unità di strada. Oltre a una politica della casa, come abbiamo visto, improntata al diritto all’abitare, abbiamo poi favorito il rafforzamento di case-famiglia e centri diurni per l’assistenza alle persone con disabilità, aperto nuove strutture di accoglienza e rivoluzionato il regolamento dei centri anziani, trasformandoli in vere e proprie case di promozione sociale di quartiere. Abbiamo sostenuto lo sviluppo e l’apertura di nuovi progetti di cohousing e comunità alloggio. Inoltre, abbiamo assunto oltre 200 assistenti sociali, che sono oggi più di 600, avvicinandosi finalmente alla dotazione prevista dalla normativa di 1 assistente sociale ogni 4mila abitanti.

Papa Francesco, nella visita in Campidoglio, disse che “il Giubileo potrà avere una ricaduta positiva sul volto della città, migliorandone il decoro e rendendo più efficienti i servizi pubblici, non solamente nel centro ma favorendo l’avvicinamento tra centro e periferie”. Partiamo dalle periferie. La sua giunta ha presentato un piano per le opere pubbliche nelle periferie. Ci può illustrare i punti salienti?
Le periferie sono la nostra priorità e sono destinatarie di investimenti imponenti. Con i Pui stiamo investendo in rigenerazione urbana e sociale a Corviale, Tor Bella Monaca e Santa Maria della Pietà, con i Pinqua a Porto Fluviale e Cardinal Capranica stiamo sviluppando nuova edilizia popolare, con il Piano integrato per le periferie da 100 milioni di euro portiamo servizi essenziali e riqualificazione urbana nei quartieri più degradati, per non parlare di specifici interventi di rigenerazione urbana in molti quadranti. È un lavoro enorme a cui devono concorrere investimenti pubblici e privati, e a questo potrà contribuire molto la riforma delle Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore appena approvata in assemblea capitolina, che punta a incentivare la rigenerazione urbana senza nuovo consumo di suolo.

Permangono situazioni di degrado in diverse periferie, pensiamo ad alcune aree in cui lo spaccio di droga regna incontrastato. In questi casi qual è l’impegno, insieme alle forze dell’ordine?
C’è piena collaborazione con le forze dell’ordine contro ogni forma di illegalità e di reati ma al Comune spetta soprattutto di investire sul recupero, sulla ricucitura tra i territori, lavorando come abbiamo fatto su decoro e pulizia, sulla presenza di nuovi servizi al territorio e di opportunità di occupazione e di inclusione sociale (sport, associazionismo, biblioteche, aule studio, spazi coworking, fruibilità spazi comuni e nuove aree verdi). È proprio questa la nostra idea di Città dei 15 minuti, il contrario dei quartieri dormitorio; non ci limitiamo a collegare meglio le zone più lontane dal centro ma portiamo i servizi nei quartieri. Questo non ci ha impedito di investire anche nell’assunzione di 800 nuovi agenti di polizia locale, in una rete 5G che favorisce un potenziamento della videosorveglianza e in una sala operativa di ultima generazione, oltre che per presidi sul territorio sia fissi che mobili, a partire da tutte le stazioni della metro e dalle zone della movida.

A metà settembre è iniziata la rimozione dei rifiuti dal Parco di Centocelle, dopo anni di roghi e di attese. Rimane qualche difficoltà legata a un’area ancora sotto sequestro. Si può sperare che la riqualificazione continui come previsto?
Continuerà assolutamente come previsto. Abbiamo fatto un lavoro straordinario di rimozione e bonifica rifiuti dell’ex Casilino 900 e di varie aree di autodemolitori andati a fuoco nel 2022. Abbiamo già liberato 2 ettari, oltre ad aver concluso l’esproprio della Bacciocchina, l’ex storica pompa di benzina su via Casilina che diventerà un ecomuseo e l’accesso principale al parco. Con 10 milioni di euro da fondi Pnrr, giubilari e di Roma Capitale, trasformeremo in breve tempo l’intera area da 126 ettari in un grande spazio verde fruibile dotato di playground, aree pic-nic e spettacoli e attrezzature sportive. Stiamo perfezionando gli atti per acquistare i terreni di Ater e Cdp, permutare quelli dell’agenzia del Demanio ed espropriare quelli dei privati.

Quanto ai servizi pubblici, c’è la proposta di aumentare il prezzo del biglietto Atac a 2 euro. È confermata? È proprio necessaria?
Il biglietto è fermo da oltre 10 anni e di fronte all’aumento dei costi e all’inadeguatezza del finanziamento statale al trasporto pubblico di Roma un adeguamento all’inflazione appare inevitabile altrimenti il rischio è di tagliare sulla qualità del servizio, a meno di un significativo aumento delle risorse che ci arrivano, ma questo dovrebbe comunque accompagnarsi a una riduzione degli abbonamenti in modo da far gravare l’eventuale aumento solo sugli utenti occasionali e sui turisti. La scelta dipende dalla Regione, alla quale chiedo di prendere una decisione o sul fronte delle risorse o su quello della tariffa, altrimenti si rischia di affossare il trasporto pubblico di Roma.

Il piano straordinario per i taxi coprirà il fabbisogno della città durante il Giubileo?
Abbiamo fatto una cosa che nessuno immaginava anche solo di proporre da almeno 20 anni. Il bando è concluso e stiamo per assegnare le mille licenze. Per il Giubileo, tra quelle nuove e le 500 “doppie guide”, ci saranno oltre 9mila taxi disponibili nell’arco delle 24 ore. E, utilizzando la vecchia normativa, incassiamo 14 milioni per costruire servizi a vantaggio di tutti, a partire dal servizio taxi. Se 1.500 nuovi mezzi basteranno, bene, altrimenti il percorso è già segnato: ne metteremo a bando altre.

Per le metropolitane, ci sono grandi progetti in atto come il prolungamento della linea A, della linea B e la realizzazione della Linea D dall’Eur a Prati Fiscali ma servono risorse adeguate. Quanto il governo sostiene Roma per il rilancio della mobilità?
Sono i trasferimenti dello Stato che finanziano la rete Tpl. Ma dal Fondo nazionale trasporti la Capitale riceve quasi la metà di Milano in termini pro-capite. Non solo in questo settore, a dire il vero, ma è quello dove la differenza salta di più agli occhi. Anche perché in tutti i bilanci un conto sono i soldi che arrivano per gli investimenti, fondi europei o nazionali straordinari, che servono per costruire metropolitane, acquistare mezzi o progettare nuove linee. E un altro conto sono invece i fondi ordinari che servono per far funzionare la rete. E quelli scarseggiano sempre di più. Se si fanno investimenti enormi poi bisogna gestirli e mantenerli.

Dai trasporti al traffico. Sulla fascia verde con una Ztl allargata sono arrivate delle proteste. Il Campidoglio ha intenzione di andare avanti su questa decisione?
Il progetto di restringere le maglie della Ztl nasceva da un obiettivo di salute pubblica che dovrebbe interessare tutti e non per un capriccio. Esistono precise norme europee, nazionali e regionali. Abbiamo comunque già trovato l’accordo con la Regione verificando con Arpa che i dati sulla qualità dell’aria non stanno peggiorando e quindi non c’è una urgenza di modificare le limitazioni esistenti.

La sicurezza sulle strade torna al centro dell’attenzione. Quali misure intende promuovere il Comune specialmente in vista dell’incremento di traffico previsto per il Giubileo?
A prescindere dai dati che possono anche essere leggermente migliori dell’anno passato, consideriamo quella delle vittime della strada una piaga inaccettabile. Questa amministrazione sta intervenendo in maniera integrata e soprattutto concreta. Penso innanzitutto ai primi 800 nuovi agenti di polizia locale assunti, al maggiore rigore mostrato nel sanzionare gli indisciplinati o al 70% della viabilità principale completamente rifatta. E poi alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza di decine di incroci pericolosi, i cosiddetti “black points”, oppure alle isole ambientali e alle zone 30 che stiamo facendo e che già stanno ottenendo dei risultati apprezzabili. Abbiamo anche realizzato delle campagne informative a scopo educativo molto diffuse ed efficaci. Ma, in ultima istanza, è il comportamento dei cittadini quello decisivo: possono fare la differenza restando sobri, rispettando limiti e divieti ed evitando di utilizzare il cellulare mentre si guida.

Un altro problema è quello dei rifiuti. C’è una soluzione in vista? Il termovalorizzatore si farà? Legambiente l’ha definita “una scelta contraria ai principi di sviluppo ecosostenibile ed economia circolare”.
La situazione è già migliorata: la città è più pulita di due anni fa, perché abbiamo stabilizzato il sistema degli sbocchi, assunto migliaia di dipendenti Ama, triplicato i cestini in città e comprato centinaia di nuovi mezzi. Il termovalorizzatore è un’altra di quelle decisioni che nessuno pensava saremmo riusciti a portare avanti. E invece fra tre mesi parte il cantiere per costruire un impianto che, affiancato da due biodigestori e da altre tipologie di impianti di selezione, ci renderà autonomi nel gestire un sistema di raccolta, trattamento, smaltimento e differenziazione rifiuti finalmente più efficace, meno costoso e meno inquinante. Il tmv sarà molto avanzato, impattando meno di una strada trafficata e salvandoci dall’obbligo di individuare una nuova discarica da 1 milione di tonnellate ogni 5 anni. E liberandoci anche dai tmb e dal ricatto dei troppi intermediari che lucrano su una situazione che inquina terreni, costa tanto e riempie le strade e le ferrovie di camion e di treni diretti verso le città di mezza Europa.

Da più parti è stato sollevato il problema di un aumento generalizzato dei prezzi che può essere controproducente per il turismo. Si sta studiando un piano di intervento?
I prezzi al consumo sono già costantemente monitorati e c’è anche in piedi il tavolo della Prefettura, in collaborazione con il Garante per la sorveglianza dei prezzi e la Camera di Commercio, per prevenire eventuali rincari e abusi. L’assessore Lucarelli ha già iniziato nei giorni scorsi a incontrare le associazioni di categoria per tenere alta l’attenzione e colpire singoli opportunisti e vere e proprie speculazioni. Ma anche evitando allarmismi, visto che Roma non è certo fra le città più care in Italia, tanto meno se paragonata al resto d’Europa. Sicuramente possiamo continuare a favorire la diffusione di attività commerciali di qualità con l’arrivo di sempre nuovi marchi prestigiosi e frenando ogni forma di abusivismo che danneggia i commercianti onesti. E investendo di più e disciplinando meglio, come stiamo facendo, nell’ambito dei mercati rionali, sempre più presidio di qualità e di promozione del territorio.

C’è un’opera alla cui realizzazione tiene particolarmente per il futuro? O che possa diventare un simbolo per la città?
Fortunatamente stiamo realizzando tante opere importanti ed è impossibile sceglierne una: dalla riqualificazione dell’area dei Fori Imperiali alla nuova piazza Pia, dagli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti ai tanti progetti di rigenerazione urbana nei quartieri, ai nuovi bus, alle tramvie e alle nuove stazioni della metropolitana, alle nuove biblioteche, alla Città delle arti e della cultura all’ex Mattatoio. Tengo in particolare ai nuovi parchi e al potenziamento dell’assistenza per i più fragili. Alla fine i cantieri ambientali e sociali sono i più importanti.

*RomaSette.it

 

Altri articoli in Diocesi

Diocesi