Domenica 1 settembre – XXII del Tempo Ordinario

Marco 7,1-23: “Dal cuore escono i propositi di male”

L’ecologia del cuore

Oggi riprendiamo il percorso del Vangelo di Marco, interrotto cinque domeniche fa. Il brano del Vangelo è stato un po’ spezzettato per renderlo più breve. Sarebbe opportuno tenere conto del testo integrale (7,1-23).
Il tema che emerge dalle letture è la Parola di Dio. La Parola ci ha generati, è stata piantata in noi e, “accolta con docilità”, è destinata a dare frutto, dice San Giacomo nella seconda lettura. Ma che rapporto c’è tra la Parola e le “leggi e norme”, di cui parla Mosè nella prima lettura, e le tradizioni di cui farisei e scribi si fanno difensori? Gesù risponde alla questione nel Vangelo.
Una delegazione di farisei e scribi era stata inviata da Gerusalemme per controllare l’ortodossia di questo Gesù Nazareno, diventato famoso e che molti ritenevano un profeta (Mc 6,14-15). Costoro vedono che alcuni dei suoi discepoli mangiano con le “mani impure”, cioè non lavate, si scandalizzano ed interrogano Gesù in proposito. Gesù li apostrofa chiamandoli ipocriti, citando il profeta Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Curano l’esterno, ma trascurano l’interno. Sì, hanno le mani “pure”, ma il cuore impuro. Gesù conclude la sua denuncia profetica affermando: “Voi annullate la parola di Dio con la vostra tradizione” (v. 13).

Spunti di riflessione
1. La conversione dello sguardo. La purità rituale era molto sentita al tempo di Gesù. Gruppi “puritani” avevano adottato certe norme che riguardavano solo i sacerdoti. Di per sé l’intenzione era di rendere Dio presente in ogni azione quotidiana. Però, alla radice di questa mentalità, c’era una visione distorta della realtà, divisa tra persone e cose pure ed impure, tra sacro e profano, due mondi incomunicabili.
Gesù è venuto a restaurare lo sguardo di Dio sul creato: “E Dio vide che era buono” (Genesi 1). Questa mentalità di spaccare il mondo a metà non è scomparsa. Si manifesta nel nostro linguaggio (“noi” e “loro”), nella divisione tra buoni e cattivi, nella diffidenza verso il diverso, negli steccati che erigiamo nelle nostre relazioni, nelle barriere tra i popoli… Il Signore ci invita alla conversione dello sguardo per riconoscere il bello e il buono seminati ovunque dal suo Spirito!

2. L’ecologia del cuore. Gesù ci invita a curare il cuore, cioè la nostra interiorità, da dove provengono tutte le impurità. Gesù ne elenca dodici, cifra simbolica per indicare la totalità. Se il cuore è inquinato, desideri, pensieri, parole e azioni risulteranno contaminati. Oggi siamo particolarmente sensibili all’inquinamento dell’ambiente e del pianeta. Ci vorrebbe una simile attenzione al nostro “pianeta” interiore.
L’ecologia del cuore richiede una attenzione continua per evitare idee ed emozioni tossiche che possono inquinare il nostro cuore, come l’orgoglio, la rabbia, l’invidia, la gelosia… Senza questa attenzione, il nostro cuore può diventare una “discarica di impurità”, nostre ed altrui. Il ricorso regolare al sacramento della penitenza ci aiuta a liberarci da queste impurità. Ma non basta sgomberare il cuore. Bisogna renderlo un giardino. Il Giardiniere è lo Spirito che, nell’ascolto della Parola e nella preghiera, sparge e fa germogliare in noi i semi della bontà e della bellezza!