… Osanna al figlio di David, andiamo a morire con Lui! (Dal Vangelo di Giovanni)
Domenica delle Palme
La domenica delle Palme è chiamata anche domenica di Passione, per la memoria della Passione di Cristo, quest’anno secondo il Vangelo di Marco. Facciamo memoria dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme e assistiamo ad un dipanarsi di fatti ed eventi pieno di emozioni e sentimenti contrastanti: la gioia di proclamare Cristo Re, Colui che è Benedetto, che viene nel nome del Signore e il grido inquietante delle folle di chi, a distanza di pochi giorni, chiederà la sua crocifissione. Sventolare i rami di olivo come le folle in cammino ci aiuta a ricordare un gioioso evento che però ha un epilogo cruento e drammatico: la morte di Cristo. Le stesse voci osannanti si trasformeranno in grida di odio e di vendetta: “Crucifige”! Il mondo è fatto cosi, prima ti incensa e poi ti condanna. La storia di Cristo ha sempre molto da insegnarci: camminiamo con Lui sulle strade di Gerusalemme e condividiamo la sua tragica passione. Nella Passione di Cristo ci sono dei paradigmi essenziali sui quali è doveroso riflettere: la paura di essere coerenti e quella di essere condannati. “Non canterà tre volte il gallo prima che tu mi abbia rinnegato” dice Gesù a Pietro, profetizzando l’abbandono dei suoi amici. Un abbandono cui seguirà la condanna di Pilato che si concretizza in quei tre grossi chiodi che feriscono non solo il corpo ma anche la dignità del figlio di Dio. La Passione di Cristo è una scuola di amore. Gesù umiliato, flagellato e inchiodato sulla croce ci svela il segreto “messianico” di Marco: Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo immolato per noi. Impariamo dall’uomo dei dolori a camminare verso la libertà. Con la domenica delle Palme entriamo nella grande Settimana Santa piena di mistero e di segni, dalla tenerezza di un Dio che si fa schiavo come Gesù che lava i piedi e spezza il suo pane per noi al Servo Sofferente che sulla croce muore ed emette l’ultimo respiro per noi. La Settimana Santa raggiunge il suo culmine con la Veglia Pasquale: la madre di tutte le veglie perché Cristo Luce nuova ha vinto la morte e risorge. Mettiamoci allora in cammino con Cristo, attraversiamo con Lui le tappe della sua vita: spezziamo il pane e adoriamolo nel suo Vero Corpo e sangue e impariamo a metterci a servizio gli uni degli altri. In questa settimana siamo chiamati a vivere il “mistero” dell’amore cristiano: una pro-esistenza per gli altri. In altre parole, un farsi carico dei pesi e delle colpe degli altri per la salvezza di tutti. “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, diceva il Battista indicando Gesù utilizzando il verbo “tollere” che significa portare non togliere. Solo quando porti un peso lo togli dalla spalla di qualcun altro. Gesù con la croce ha eliminato il peccato e la morte, che sono i due veleni della nostra esistenza. Camminiamo allora con Gesù, perché senza questo itinerario di amore non riusciremo mai a capire l’ampiezza e la profondità del cristianesimo e del messaggio di Cristo. La teologia dei tre giorni, (giovedì venerdì e sabato) è essenziale per la nostra vita cristiana. Non si passa alla domenica di Resurrezione senza aver vissuto i tre giorni di Cristo. Amore, servizio, ministero, dolore, si incontrano e si scontrano aprendo un varco luminoso: dalla tomba vuota la bella notizia che Gesù è risorto. “Senza il peccato di Adamo Cristo non ci avrebbe redenti”, recita una strofa del preconio pasquale, una dura realtà sulla quale però si fondano i principi della nostra salvezza. Meditiamo insieme allora e incamminiamoci verso la gloria di Cristo in questa “settimana santa” che sta per arrivare. Cristo passa nella nostra vita e ci trova svegli e attenti. Accompagniamo ogni fratello e sorella nel suo calvario quotidiano affinché non si sentano più soli ma nella nostra presenza trovino conforto e lo spiraglio di quella “luce” che illumina le tenebre del mondo. Buona Settimana Santa.