Domenica 20 ottobre – XXIX del Tempo Ordinario

Marco 10,35-45: “Tra voi però non è così!”
Discendere ed immergersi: la vocazione cristiana

Il Vangelo di questa domenica ci invita a riflettere su un altro aspetto fondamentale della vita. Dopo aver affrontato i temi del matrimonio e della ricchezza, oggi si tratta del potere.
Il contesto è particolarmente significativo: per tre volte, Gesù annuncia la sua passione, morte e resurrezione. Tuttavia, ogni volta, i discepoli reagiscono con incomprensione, assumendo atteggiamenti che contrastano profondamente con il messaggio che Gesù cerca di trasmettere. L’episodio della richiesta di Giacomo e Giovanni, narrato nel Vangelo di oggi, è emblematico in questo senso.
Il gruppo stava salendo a Gerusalemme. “Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti” (10,32). Per la terza volta, Gesù annuncia, con ulteriori dettagli, quanto sta per accadergli. Ma, mentre Gesù parla di sofferenza e morte, Giacomo e Giovanni pensano alla gloria, e chiedono di sedere uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Gesù risponde loro: “Voi non sapete ciò che chiedete!”. Infatti, domandando di sedere alla destra e alla sinistra del suo “trono di gloria” (che sarà la croce!), chiedevano di prendere il posto dei due malfattori che sarebbero crocifissi con Gesù!
Gli altri discepoli, sentito tutto questo, si indignano contro i due fratelli. A quel punto, Gesù li chiama e, con pazienza, impartisce la sua catechesi sul potere: “Chi vuole diventare grande tra voi, si faccia vostro servitore, e chi vuole essere il primo, sia schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Gesù svela un volto e un nome di Dio inedito e sconvolgente: il Servitore! Colui che si spoglierà e si inginocchierà davanti a ciascuno di noi per lavarci i piedi.

Spunti di riflessione
Siamo tutti figli di Zebedeo!
In ognuno di noi c’è un desiderio di primeggiare. Sete di potere, arrivismo nella società, carrierismo nella Chiesa: chi può affermare di esserne immune? Il Signore non ci chiede di occupare l’ultimo posto in assoluto — quel posto lo ha riservato a sé — bensì di assumere un ruolo di servizio, in famiglia, al lavoro o nella Chiesa, con umiltà e gratuità, senza pretese. A volte, questa scelta ci porterà a essere “crocifissi” anche noi, ma in quei momenti cominceremo a conoscere quale sia “l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità… dell’amore di Cristo” (Efesini 3,18-19).

Scendere e immergersi.
Ogni parola di Gesù ci pone di fronte a una scelta. Come ha detto Papa Francesco: “Siamo davanti a due logiche opposte: i discepoli vogliono emergere, Gesù vuole immergersi”. Alla logica mondana, “Gesù contrappone la sua: invece di innalzarsi sopra gli altri, scendere dal piedistallo per servirli; invece di emergere sopra gli altri, immergersi nella vita degli altri.” (Angelus 17.10.2021). Con il battesimo, abbiamo scelto questa logica del servizio. Siamo chiamati a scendere e immergerci nella vita del mondo, nelle situazioni di ingiustizia, sofferenza e povertà. Se la società si sta allontanando da Dio, la nostra missione è di uscire e andare verso i “crocicchi delle strade” per portare a tutti l’invito del Re, come ci ricorda il Papa nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale che si celebra oggi.