Domenica 10 dicembre – II di Avvento

Prepariamo la via al Signore (Mc 1.8) Seconda Candela.

Accendiamo la seconda candela in questo tempo di buio e di sfide, camminiamo nella luce, perché   solo la Luce del Verbo è la lampada che arde i nostri passi incerti e timorosi (salmo 118).  Gesù viene annunciato dalla voce che grida nel deserto… perché la salvezza viene nel deserto come dice San Eusebio di Cesarea: la gioia si incarna nel deserto della mia umanità e consola il cuore triste di chi ha perso ogni speranza. Il Messaggio della seconda domenica di Avvento è chiaro: dobbiamo collaborare con la Grazia di Dio. Non possiamo solo essere fruitori del Sacro ma protagonisti viventi della Redenzione.  Giovanni Battista ce lo ricorda … preparate la via del Signore, come in Isaia ripete nella prima lettura: spianate nella steppa la via per il Signore (Isaia 40,1-5) appianate i suoi sentieri e raddrizzate ciò che è storto e camminate lungo la via del Signore.

Dio non ha creato l’uomo senza un uomo e non ci salva senza l’uomo (Agostino).  In questa domenica siamo collaboratori di Dio in un progetto di speranza e di liberazione. Come San Giovanni Battista anche noi facciamo sentire la nostra voce che risuona come una tromba evangelica: una voce fuori campo, a volte sopra le righe, che si sente e fa risuonare la bella notizia, il Vangelo.  Siamo testimoni anche noi che solo Gesù Cristo può ridare la speranza e ridare senso alla nostra umanità ferita. Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad porre la sua tenda in mezzo a noi scrive Giovanni nel prologo (Gv 1,14), e questo significa vicinanza, solidarietà e condivisione. La carne di Cristo (sarx) dice tutto il peso del dramma umano e del peccato che Dio non porta su di sé solo per bellezza come suppellettile, ma assume su di se per salvarci dalla morte e dal peccato in un meraviglioso scambio di amore.  Dio nell’uomo e l’uomo in Dio. Quando abbiamo Dio dentro attraversiamo terreni impervi e facciamo fiorire i deserti, i bambini mettono la mano nel covo dei serpenti velenosi e non succede nulla, il lupo dorme e abbraccia un agnello indifeso.  In questo scambio meraviglioso sta la nostra gioia e il senso di questo annuncio vivente. Non siamo vestiti di peli di cammello o indossiamo piercing o tatuaggi per farci vedere da tutti, ma abbiamo un unico habitus che ci distingue: la fede. Essere unti di Cristo fa di noi messaggeri di pace autentici. Noi cristiani forse non siamo degni di sciogliere il legaccio dei piedi di Cristo, tuttavia con l’aiuto dello Spirito siamo disposti a tempo pieno ad annunciare il Vangelo e a metterlo in pratica. Abbiamo bisogno di uomini coraggiosi come Battista, veri e limpidi che raccontino con la loro vita che Dio esiste, che amare è possibile sempre e non solo a Natale. Preparare la via al Signore che viene non  è un atteggiamento di ansia e di paura di un giudizio imminente ma un  atteggiamento di attesa e desiderio. Desideriamo un Natale diverso, fatto non di luci e di rumori ma di gesti concreti di pace e di solidarietà.  Il Mondo ha ancora bisogno di Gesù Cristo, nostro unico Salvatore che per raggiungere il cuore di tutti ha bisogno di trovare le nostre impronte per avvicinarsi a tutti. Siamo anche noi mediatori di speranza come il Battista, ponti di comprensione e di misericordia, battezzati nello Spirito per far innamorare della Verità. Che bello in questa domenica ognuno di noi con il proprio nome e professione può preparare la via di Dio. La via di Dio è un’autostrada verso il Cielo, dove tutti si incamminano e non ci sono ostacoli e incidenti. Andiamo incontro a Lui che viene con il cuore rinnovato di chi si sente già  salvato e amato e non ha timore di farlo vedere. Meglio essere cristiani senza dirlo che dirlo e poi non esserlo … (S. Ignazio di Antiochia).  Vieni Signore Gesù.