In questa terza Domenica di Quaresima la Chiesa offre alla nostra riflessione l’episodio della donna di Samaria. Menzionata nel Vangelo di Giovanni la samaritana ci introduce nel mistero di Cristo attraverso un vero e proprio cammino di sequela che ha inizio con una perentoria richiesta di Gesù: “Dammi da bere”. Egli infatti “affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo”. Ancora una volta è sottolineata l’importanza dell’evento dell’Incarnazione da cui prende significato tutto il mistero Pasquale e che rende il senso più profondo dell’intero tempo della quaresima. Nella prima Domenica di questo tempo liturgico il Vangelo ci ha presentato Gesù che “ebbe fame”, oggi troviamo Gesù che chiede da bere.
Il punto di partenza è sempre Gesù che si fa prossimo all’uomo attraverso la sua umanità assunta ed offerta.
Egli, Dio fatto uomo, ci introduce nel privilegio della relazione con lui attraverso la sua Santa umanità. Il Signore apparentemente sperimenta la stessa sete della donna, in realtà la sete di Gesù è ben diversa e lo stesso Giovanni ne rivela il senso nel racconto della crocifissione, quando Gesù dice: “Ho sete”. Appare chiaro che
il Signore cerca di far emergere nella donna una sete diversa, una sete nascosta nelle profondità della sua persona, per la quale occorre un’altra acqua.
Per prima cosa Gesù mette la samaritana davanti al disordine morale della sua vita perché ne prenda coscienza. L’identità di Gesù e il mistero della sua persona vengono rivelati in modo progressivo e con la stessa progressione cresce la fede della donna. All’inizio infatti Gesù è riconosciuto come giudeo, poi quando Egli promette l’acqua viva la samaritana gli chiede se si crede più grande di Giacobbe, infine dopo che il Signore ha letto il suo cuore la donna lo riconosce come profeta e poi come il Cristo. La progressione della conoscenza di Gesù da parte dei samaritani e l’accoglienza da parte loro si è resa possibile attraverso la mediazione di questa donna che si è lasciata dissetare dall’acqua viva offerta da Cristo.
Anche per noi rimane valido l’invito di Gesù a dargli da bere e a lasciarci incontrare dalla Sua acqua.
I tre momenti principali di questo incontro diventano per noi i temi principali su cui riflettere; il dono dell’acqua viva, la vera adorazione dovuta a Dio e l’universalità della salvezza. Il dono dello Spirito Santo estingue la nostra sete di giustizia e di salvezza, l’adorazione in Spirito e Verità, che Dio chiede a ciascuno di noi, ci invita a superare il legalismo farisaico per incontrare in una relazione autentica e personale il Dio della vita e l’accoglienza della salvezza come dono offerto da Dio ad ogni uomo ci fa sperimentare la gratuità assoluta con cui Egli viene incontro a noi, in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del Suo regno.