Domenica 26 gennaio

Celebriamo oggi la terza Domenica del tempo ordinario e il Vangelo di Matteo ci invita a riflettere su due chiamate che Gesù fa a Simone e Andrea e ai due fratelli figli di Zebèdeo, Giacomo e Giovanni. Due chiamate che hanno in comune una risposta sorprendete, il testo infatti fa seguire alla chiamata di entrambi questa affermazione: “Ed essi subito lasciarono”. Per comprendere meglio la portata teologica di queste risposte occorre analizzare il contesto in cui si svolge la scena. Siamo all’inizio del ministero di Gesù, il Vangelo infatti afferma: “Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare”.
Possiamo affermare senza troppe difficoltà che Gesù era in quel momento un perfetto sconosciuto e comunque incrocia la storia di questi uomini improvvisamente: “Mentre camminava lungo il mare di Galilea”. Detto questo non può passare inosservata la strana risposta di questi pescatori alla chiamata di Gesù, una risposta immediata, senza compromessi, senza troppe domande e come effetto l’abbandono immediato del proprio lavoro per seguire quest’uomo. Matteo ci mette davanti ad una realtà complessa, quella della risposta alla predicazione di Gesù. La sequela dei pescatori di Galilea è la risposta alla predicazione del Signore: “Gesù cominciò a predicare e a dire: ‘Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino’”.

Alla richiesta di conversione deve seguire una risposta immediata e totale. Immediatezza nella risposta non significa perfezione, significa piuttosto decisione,

questi pescatori pur rinunciando a tutto per seguire Gesù avranno bisogno di essere continuamente istruiti e confermati nella fede e non saranno immuni da gravi errori e perfino tradimenti, come nell’esperienza di Pietro.
La parola di Dio di questa Domenica ci invita a decidere,

alla richiesta di conversione occorre rispondere subito e risolutamente.

Se la sequela, almeno nelle fasi iniziali può risultare imperfetta e titubante, tuttavia la decisone deve essere incondizionata. Un noto filosofo contemporaneo fa notare come ad una risposta poco convinta segue un agire poco convinto, mentre ad una risposta convinta segue un agire convinto seppur imperfetto. Altro particolare degno di nota è la motivazione che Gesù fa seguire alla sua richiesta di conversione: “Perché il regno dei cieli è vicino”. I pescatori di Galilea hanno compreso che il regno di Dio non solo era loro vicino ma era davanti a loro nella persona di Gesù, ecco allora giustificata la loro risposta immediata e risoluta.

La conversione nasce sempre da un incontro che ci fa riconoscere la presenza di Dio. Nessuno lascia nulla per nulla, l’uomo se lascia “subito” tutto è perché comprende con certezza che ciò che va a seguire lo può arricchire e non impoverire.

Dalla risposta a questa domanda di conversione che oggi Gesù fa a ciascuno di noi possiamo facilmente comprendere se veramente l’abbiamo incontrato o lo abbiamo semplicemente incrociato da lontano.