Chi si salverà? Chi raggiungerà la meta eterna del Paradiso? A prima vista, i testi della Messa di questa domenica, in particolare Isaia e Luca, sembrano dare risposte contraddittorie.
Il brano di Isaia (il cosiddetto “Terzo Isaia”) dà un messaggio consolante, pieno di promesse e di grandi speranze: Dio vuole salvare “tutte le genti e tutte le lingue”, perché è il Dio di tutti senza distinzione. Al grande raduno dei salvati giungeranno uomini e donne da tutte le genti. Tutti i popoli saranno “offerta al Signore”. Dio sceglierà i suoi sacerdoti tra tutte le genti, nessuna esclusa.
Di tutt’altro tenore appare il Vangelo di Luca, nel quale, a chi gli chiede quanti sono quelli che si salvano, Gesù risponde in maniera piuttosto scoraggiante: la porta per entrare in Paradiso è “stretta”; molti non riusciranno ad entrarci.
Chi sono quelli che ne saranno esclusi? La risposta è severa: non basta conoscere l’insegnamento di Gesù; non basta avere mangiato alla sua presenza. Tutto questo è fondamentale, ma non basta, se non ci si converte; se si resta “operatori di ingiustizia” non si entra nel regno di Dio.
A chiarificare il messaggio, apparentemente contradditorio, dei due brani biblici, ecco la lettera agli Ebrei, che chiarifica qual è la via della salvezza: occorre lasciarsi correggere dal Signore; la sua correzione a volte è severa, ma sempre destinata alla salvezza. La correzione del Signore è quella di un padre che, per amore, vuole portare al bene i suoi figli, per portarli alla conversione. La conclusione è un forte invito a non spaventarsi di fronte alla correzione, anche severa, del Signore, che è sempre segno di amore del Padre che vuole portare i suoi figli alla salvezza. Le prove della vita non sono castighi finalizzati alla punizione, ma alla conversione e alla salvezza.
Il messaggio che la Parola di Dio ci offre in questa messa domenicale, nella sua apparente contradditotrietà, dona in realtà parole di speranza e di appello alla conversione.
Dio vuole davvero la salvezza di tutti gli uomini, nella comunione eterna con sé. La salvezza però non è automatica. Dio chiama per amore, la salvezza però ha bisogno di una risposta fatta di altrettanto amore. Dio guarda con amore i suoi figli e questi devono volgersi a Lui con amore. È nell’incontro tra Dio che ama l’uomo e l’uomo che risponde all’amore di Dio con altrettanto amore, fatto di conversione, che avviene la salvezza.