Grandezza della preghiera: è il tema della Parola di Dio che si legge in questa domenica.
Il libro della Genesi, riprendendo il brano letto domenica scorsa, ci riporta alla vicenda di Abramo. Dopo avere annunciato al patriarca che l’attesa del figlio promesso sta finalmente per compiersi, Dio gli rivela la decisione di punire Sodoma e Gomorra a causa dei loro innumerevoli peccati.
Abramo interviene con preghiera insistente per salvare quelle città, per evitare di “sterminare il giusto con l’empio”. Nasce un intenso dialogo: Abramo chiede misericordia; Dio si mostra pronto ad accogliere le sue richieste, purchè si trovi in quelle città qualche persona estranea alla malvagità diffusa.
Si confrontano così l’insistente preghiera di Abramo e la grande misericordia di Dio pronto al perdono. Il brano si interrompe prima della conclusione del racconto che sarà la condanna della città corrotta in cui non si trovano nemmeno dieci persone libere dalla malvagità.
Anche il vangelo di Luca mette a tema la preghiera. Gli apostoli chiedono al Signore di insegnare loro a pregare e Gesù insegna la preghiera del “Padre” – versione breve del “Padre Nostro” di Matteo – aggiungendo a commento le brevi parabole dell’uomo che va di notte a chiedere pane a un amico, e quella del figlio che chiede un pesce al papà, per insegnare che non ci si deve mai stancare di pregare e di chiedere aiuto a Dio: “Chiedete e vi sarà dato…”. Sorprendente e importante la conclusione: “Se voi dunque, che siete cattivi date cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che lo chiedono.
Grandezza e forza della preghiera, dunque, che trovano ascolto nel grande amore di Dio, sempre pronto ad ascoltare le richieste insistenti dei suoi figli: “cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”.
Dio ha un cuore di Padre e non lascia mai senza ascolto le preghiere dei suoi figli.
Ma se grande è il cuore di Dio, grande deve essere anche il cuore dei figli che domandano aiuto; che nella preghiera non solo chiedono, ma offrono il loro cuore, disponibili a rinnovarlo con la conversione; capaci di chiedere non solo beni materiali, ma soprattutto “lo Spirito Santo”, il vero bene della vita di ogni uomo. Fa pensare, certamente quella nota di Gesù “voi che siete cattivi”, che indica la necessità, nel chiedere l’aiuto di Dio, di riconoscere la propria fragilità umana, per potersene correggere avvicinandoci allo stile del cuore di Dio. Senza volontà di conversione la preghiera resta debole e impotente.