Il Signore passa nella nostra vita: occorre riconoscerlo e accoglierlo. Questo il tema della Parola di Dio in questa messa domenicale.
La prima lettura, dal libro della Genesi, ci riporta a molti secoli prima di Gesù. Al patriarca Abramo, ormai avanti negli anni, che invano ha sperato nella nascita di un figlio, che Dio gli aveva promesso, appaiono tre uomini. Li accoglie calorosamente invitandoli a sostare presso la sua tenda: offre loro ospitalità generosa, preparando loro da mangiare.
Un racconto che oscilla tra il singolare e il plurale: tre uomini che Abramo accoglie chiamandoli “mio Signore”… Di certo si tratta della visita di Dio, che dopo avere chiesto della moglie di Abramo, preannuncia che entro un anno da Sara nascerà un figlio ad Abramo. È il tema dell’ospitalità data a Dio dal Patriarca: chi accoglie il Signore, dal Signore ottiene una grande ricompensa.
Di ospitalità offerta al Signore parla anche il brano evangelico di Luca. Gesù nel suo pellegrinare evangelizzante giunge alla casa di due sorelle, Marta e Maria, che lo accolgono calorosamente, seppure con attenzioni diverse: mentre Marta si impegna con gioia per offrire a Gesù un’accoglienza calorosa e generosa, Maria si dedica esclusivamente ad ascoltare il Signore. Marta si lamenta di questo con Gesù. Ma il Signore risponde precisando che Maria “ha scelto la parte migliore”. In altre parole: accogliere il Signore deve essere anzitutto accogliere la sua parola e metterla a guida della propria vita. Di tema diverso è il brano della lettera ai Colossesi: Paolo parla delle sofferenze che sopporta per Cristo, come ministro scelto dal Signore stesso per fare conoscere alle genti “il mistero nascosto da secoli… ma ora manifestato… Cristo in voi, speranza della gloria”. E precisa che la sua missione apostolica è quella di annunciare Cristo, “per rendere ogni uomo perfetto in Cristo”.
Molto importante il messaggio di questi tre brani biblici: Dio passa nella nostra vita, a volte senza farsi riconoscere, come avvenuto per Abramo; a volte accolto come Signore, come hanno fatto Marta e Maria; altre volte ancora passa attraverso le sofferenze sopportate per Cristo, come sottolinea Paolo.
Ma in qualunque modo passi nella nostra storia umana, porta salvezza a chi lo accoglie: con l’amore servizievole di Abramo, così come con il servizio generoso di Marta; oppure anche con le sofferenze della vita e della predicazione apostolica, come avvenuto per Paolo. Ma, prima di tutto, affinché la nostra accoglienza porti salvezza, con l’ascolto attento ed efficace della sua parola sull’esempio di Maria.