Gen 18,20-32; Col 2,12-14; Lc 11,1-13
Gesù passa la notte a pregare il Padre, a parlare con Lui; quando i discepoli gli chiedono di istruirli, lui li immerge nella sua stessa preghiera, al punto da dire semplicemente “Padre”, come lo chiama lui, prima ancora di farci consapevoli che, essendo tutti figli suoi, il Padre è “nostro”. È la preghiera di Gesù che diventa la nostra preghiera.
Il pane è così essenziale che lo si chiede per due volte: ogni giorno si chiede quello per ogni giorno, quotidiano: non se ne può fare a meno, come dell’aiuto nella tentazione. In entrambi i casi – il bisogno del pane e l’aiuto a superare la prova – il Signore insegna che la preghiera e l’intercessione per la persona nel bisogno, si muovono sempre nell’orizzonte dell’amicizia. Anche a mezzanotte, se è necessario, sappiamo dove andare: dall’amico. Dio è il grande amico, il protagonista di questo Vangelo e noi siamo collocati in questa relazione di amicizia.
Le due domande (“quale padre tra voi?”) sono retoriche, ma non inutili: se i padri terreni (noi) certe cose le fanno normalmente, il Padre nei cieli li supera all’infinito: “quanto più”! La parabola resta valida anche quando si confrontano le cose buone date dai padri: i pesci e le uova da una parte, il dono dello Spirito Santo dalla parte di Dio.
La nostra preghiera impressiona fin dalla prima invocazione – “Padre!” – segno straordinario della rivelazione più grande che Gesù ha fatto, la paternità di Dio. Dio è innanzitutto il Padre, nome che lo distingue da tutto quello che le altre fedi sanno di Lui; le religioni possono anche riconoscere una certa paternità di Dio, ma il senso proprio di questa è, soprattutto, mostrata nell’essere Padre del Figlio unigenito, Gesù Cristo. Anche la santificazione del Nome è legata al titolo di Padre perché è il ripudio assoluto di ogni idolatria, di ogni altra sacrilega santificazione delle cose che non sono Dio. Nulla è Dio. Solo Dio Padre è Dio e Gesù il suo unico Figlio, il Salvatore del mondo.
La preghiera dice ancora che il regno venuto deve compiersi; tutti siamo ancora per strada, nutriti ogni giorno del pane necessario per compiere il nostro esodo nella Gerusalemme del Cielo, a condizione che il Padre ci aiuti fino in fondo e non ci abbandoni nel tempo della prova, impedendo di farci cadere.