Is 52,13- 53,12; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1- 19,42
Sei lì appeso ad una croce,
non sembri più il Dio fatto uomo
che un giorno la folla aveva osannato.
Gli amici non ci sono:
ti hanno rinnegato, uno ti ha tradito!
I tuoi amici che avevi tanto amato
Sei lì sulla croce abbandonato,
ma non hai più neanche il viso di un uomo,
condanna senza peccato.
La furia delle tenebre su te si è abbattuta,
e ti ha reciso: albero verde dal suolo strappato!
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché?
Perché il dolore? Perché il male? Perché la guerra?
Perché l’odio? Perché la fame? Perché la solitudine?
Perché la disperazione? Perché il dubbio?
Perché la morte? Perché?
Sei lì, solitudine infinita
non senti più neanche l’aiuto del Padre,
scartato da terra e cielo.
Ti sei fatto dubbio, fame, malattia,
ti sei fatto morte!
Abisso d’angoscia strappato ad ogni uomo.
Padre mio, Padre mio,
a te affido il mio spirito, a te!
Tutto è compiuto.
(canto del Gen Rosso)
Desolata
La brezza sfiora lieve / la tua veste, le tue guance,
ondeggia tra figure ritte in piedi come statue.
Dopo il grido divino di morte / che ha scoperto tutto il mondo
è sceso il silenzio.
Nell’aria non c’è una voce ormai, / è tutto compiuto.
Nell’aria non c’è un lamento ormai, / ha vinto la morte.
I tuo sguardo è fermo su quel corpo / irrigidito e solo.
Il mondo si è fermato.
Desolata, Maria,
Vieni a casa mia, vieni a casa mia
Madre, ti custodirò nella mia casa,
madre, il tuo dolore entrerà nella mia casa,
madre, io ti onorerò con tutta la mia vita,
madre, sei il più grande dono del mio Signore
Maria! / Io ti sto vicino.
Le guardie hanno paura. / Io sono al tuo fianco.
Quell’uomo era davvero Dio.
Le rocce si spaccano. / Il santuario trema.
Madre, sto vicino a te.
Desolata, Maria,
Vieni a casa mia, vieni a casa mia
(canto del Gen Verde)