Es 16,2-4.12-15; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35
Giovanni in questo capitolo, spiega il pane, simbolo della vita, dopo quello dell’acqua alla donna samaritana. Certo, l’acqua è necessaria, ma nel pane c’è anche il lavoro, la relazione, la condivisione. Gesù spiega il pane dopo averlo dato a tutti e tutti erano contenti perché avevano mangiato e ne aspettavano altro. Ma Gesù si allontana e li precede a Cafarnao dove, alla domanda sul perché sia sparito, spiattella una interpretazione di sostanza: lo cercano perché quel pane li ha saziati, mentre è lui il pane essenziale che contiene la vita eterna che vince la morte perché lui porta l’amore del Padre. E come la samaritana ha avuto desiderio di quell’acqua che dà la vita eterna, così anche a Cafarnao è salita la domanda: Dacci questo pane! Alla samaritana Gesù ha detto: "Io-Sono". E a Cafarnao dice: "Io-Sono il pane della vita".
La fede è la grande opera che Dio chiede ai discepoli di ogni tempo: credere "in colui che egli ha mandato". Alla richiesta di Gesù si oppone la durezza del cuore dei suoi interlocutori che continuano a chiedere ancora prove e segni, come lo fu la manna nel deserto, piovendo dal cielo. Gesù ricorda che quel segno non fu opera di Mosé, ma di Dio, come profezia e anticipo del "pane dal cielo, quello vero", che è "Colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". È Gesù, che sta lì, dinanzi a loro: "Io sono il pane della vita". Non solo l’Eucarestia, ma tutta la sua persona e la sua opera, è il pane della vita.
Questo Vangelo è uno sguardo sulla gente, che segue gli spostamenti di Gesù e dei suoi discepoli e, quando non li trova, si mette alla loro ricerca e pongono le due domande essenziali: che cosa deve fare l’uomo e cosa fa Dio. Tutto il Vangelo riporta sempre al rapporto e all’incontro tra Dio e l’uomo per scoprire il dono fatto all’umanità, nella creazione e nella storia, della salvezza e della comunione con Dio stesso. Il dono di Dio è Gesù Cristo.
Il Vangelo è un’indagine su Gesù. Una ricerca di Lui, non dei discepoli. Anche la Chiesa deve ricordare che il Signore è l’oggetto della ricerca. In realtà è Dio che cerca l’uomo, ma non si dà nessuna relazione col Padre se non attraverso Gesù. Lui è il significato di tutto. Anche della manna mangiata dai padri nel deserto: "La manna sono io".
Angelo Sceppacerca