At 3,13-15.17-19; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48
Nella vicenda dei due discepoli di Emmaus la presenza di Gesù in mezzo a loro era data dai grandi segni del "Pane spezzato" e della "Parola spiegata"; nel Vangelo di oggi si dice che egli stesso, in persona, "stette in mezzo a loro". Dire che Gesù in persona porta il saluto di pace, è rispondere alla grande obiezione di pensarlo come un "fantasma", come uno che non esiste, è morto. Da qui la reazione dei discepoli, sconvolti e impauriti. Al contrario, l’evangelista Luca è chiaro e realistico nel custodire il ricordo delle presenze di Gesù risorto, fino al punto che Pietro, nella casa del pagano Cornelio, dirà di aver mangiato e bevuto con Lui dopo la sua risurrezione dai morti!
Al posto del terrore irreale, è la gioia il segno tangibile dell’esperienza della presenza di Gesù, che chiede "qualcosa da mangiare" e avendo ricevuta una porzione di pesce arrostito, lo mangia dinanzi a loro. Un altro miracolo della mensa, così eloquente che nessuno dei discepoli osava porre domande, perché sapevano bene che era il Signore. Il riconoscimento di Gesù nasce dalla concretezza della sua presenza corporea, dalla mostra delle sue mani e dei suoi piedi, le parti del corpo che portano visibilmente la traccia della sua terribile passione e – ora – della sua Pasqua nella quale ha vinto il suo amore per loro. È attorno a questa memoria visibile che si raccoglie la comunità dei discepoli, a sua volta credibile a condizione di mostrarsi agli altri con gli stessi segni del risorto.
Comprendere la Parola e gioire per la presenza di Gesù in mezzo a noi, riuscire a mettere insieme la vicenda di Gesù con i fatti della nostra vita, è il miracolo dello Spirito portato dal Risorto, lo stesso prodigio di Pentecoste raccontato negli Atti. Una parola, in questa domenica dopo Pasqua, di assoluta bellezza e densità. In pochi versi si concentra l’insegnamento di Gesù sulla Parola contenuta in tutte le Scritture, realizzata nella sua Pasqua, affidata ai testimoni per la predicazione a tutte le genti, consegnata ai discepoli con il dono dello Spirito Santo, portata da Gerusalemme sino ai confini della terra. E tutta raccolta nella Passione e Risurrezione di Gesù Cristo.
L’intero messaggio della resurrezione in tre quadri: il significato che ha in sé la Risurrezione, quello che dice alla Chiesa e il valore decisivo che ha per la storia dei discepoli e dell’intera umanità.
Angelo Sceppacerca