Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
Le visite nel Vangelo. L’angelo visita Maria a Nazaret. Maria visita Elisabetta ad Ain Karim. Oggi i pastori visitano la grotta dove Maria e Giuseppe hanno deposto il bambino nella mangiatoia. Povero il luogo, ancor più poveri i pastori, emarginati dalla società, lontani dall’ambiente del culto, eppure simboli dell’attesa fedele del Messia nella notte della storia e nella veglia sul gregge. Anche a loro, come a Maria e a Zaccaria, si presenta un angelo e una luce splendente li avvolge. Voce di angeli e luce per portare buona notizia ai poveri e allontanare le paure. La buona notizia, il Vangelo, non è solo la nascita del Salvatore, il Cristo Signore, ma che tutto questo è proprio per loro (“per voi, a voi”). A Nazaret, il segno della potente misericordia di Dio, dato a Maria, era la notizia della nascita del Battista. A Betlemme, il segno per i pastori è il piccolo “adagiato” (richiama la sepoltura) nella mangiatoia, segno della povertà di Dio. Segni umili, bassi, poveri. Ma c’è anche una grande liturgia di angeli e di gloria che dichiara una nuova epoca di pace per tutti gli uomini che sono amati da Dio. Cielo e terra si trovano.
Maria canta nella casa di Elisabetta la meraviglia dell’opera di Dio; anche i pastori, dopo aver visto quella grotta e quella mangiatoia, si fanno banditori del bambino. La buona notizia è per tutti; sia di chi la riceve, sia di chi la porta.
Oggi, all’inizio dell’anno c’è un’altra buona notizia, da contemplare: il volto di una giovane donna che ha partorito nella verginità e che presto la Chiesa chiamerà Theotokos, Madre di Dio. Maria santissima Madre di Dio, la prima festa della Chiesa nel primo giorno del nuovo anno. Dinanzi a questa Madre anche il dono della pace – tutto il mondo oggi la chiede – si fa più vicino e possibile.
Maria Madre di Dio, la Theotokos. Maria non è solo la più bella creatura, il cuore che contiene e supera tutti gli amori delle mamme del mondo, ma la Madre di Dio. Di lei, Madre di Dio, lo Spirito Santo ci fa conoscere la grandezza, la superlativa bellezza che ha portato Grignion di Montfort a scrivere:
“Nel paradiso medesimo, Maria è il paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile, in cui il Figlio di Dio è entrato per operarvi meraviglie, per custodirlo e per trovarvi le proprie compiacenze. Dio ha fatto un mondo per l’uomo viatore, questo nostro. Ha fatto un mondo per l’uomo beato, il paradiso; ma ne ha fatto un altro per sé e gli ha dato il nome di Maria”.