Is 53,10-11; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
Una di fronte all’altra: la logica di vita di Gesù e quella del mondo. Per la terza volta il Signore annuncia la sua Passione ai discepoli e questi ancora non capiscono, pensano ad altro. Più si fa conoscere nel profondo, più cresce attorno indifferenza e ostilità. Pietro lo aveva professato "Cristo, figlio di Dio", ma non accettano il suo modo di esserlo senza gloria e potenza, tutto mitezza e umiltà; un servo consapevolmente incamminato verso la morte!
Giacomo e Giovanni fanno confusione fra la signoria di Cristo e il potere secondo il mondo; invece si oppongono totalmente. Gesù lo chiarisce: l’ordine di valori del regno è capovolto rispetto a quello del mondo. Giacomo e Giovanni dovrebbero star dietro, invece si fanno avanti avanzando la pretesa di un’autoaffermazione che pensano legittima e che invece è tutta secondo la logica del mondo. Gesù fa da maestro e li riporta sulla strada dei discepoli, la cui vera grandezza è fatta bevendo il calice e ricevendo lo stesso battesimo. Il posto è sempre quello: dietro di lui fino in fondo. La grandezza del cristiano porta in alto, ma non troppo: giusto a misura di quel piccolo colle dove piantarono il patibolo per farne spettacolo di umiliazione e invece innalzarono la salvezza per tutti quelli che sono stati morsi dal serpente antico.
Gli altri del gruppo si indignano perché si sentono scavalcati da Giacomo e Giovanni. E Gesù allora "li chiamò a sé" per spiegare la truffa nascosta sotto la tentazione del potere. E mostra loro il comportamento dei "capi delle nazioni" e dei "grandi" che spadroneggiano e dominano con potere. "Tra voi non sia così!". È detto a loro, a noi, ai discepoli di ogni tempo. La logica è quella della strada già battuta da Gesù e raccontata nell’ultimo verso: "Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".
Papa Benedetto: "Santa Madre del Signore, il tuo Figlio, ha detto ai suoi discepoli: Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore’. Tu, nell’ora decisiva della tua vita hai detto: Eccomi, sono la serva del Signore’ e hai vissuto tutta la tua esistenza come servizio. Questo Tu continui a fare lungo i secoli della storia. Il tuo potere è la bontà. Il tuo potere è il servire. Insegna a noi a vivere in questo modo la nostra responsabilità. Aiutaci a trovare la forza per la riconciliazione e per il perdono. Aiutaci a diventare pazienti ed umili, ma anche liberi e coraggiosi, come lo sei stata Tu nell’ora della Croce".
Angelo Sceppacerca