Is 8,23-9,3; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23
È la volontà di Dio che porta Gesù da Nazaret a Cafarnao, in Galilea. Isaia aveva visto il passaggio dal tempo di schiavitù a quello della salvezza. L’oppressione era a causa dell’invasione subita e della mescolanza forzata con i pagani; quel territorio fu dunque chiamato "provincia dei pagani" (Galìl haggojím) da cui il nome di Galilea. Lì va Gesù, perché da lì si vedrà la luce, simbolo della presenza di Dio che salva e della sconfitta delle tenebre di morte.
L’annuncio è rivolto a tutti gli uomini di sempre. Da quest’ora mai più cesserà il Vangelo e sarà sempre, per tutti, tempo di conversione, punto di partenza della vita cristiana che consiste nel seguire Gesù e nell’entrare nella comunità di quelli che si stanno raccogliendo attorno a lui e saranno la folla del discorso della montagna.
Gesù è il missionario del Padre, il modello di tutti quelli futuri perché in lui parola e azione vanno sempre insieme. Queste le conseguenze: la sua fama si diffonde, la gente porta a lui i malati, si radunano grandi folle. Tutta la miseria del popolo sta lì davanti a lui ed egli si offre a tutti. Il Vangelo è per loro.
Il primo gesto di Gesù non è un miracolo, né un discorso, ma la chiamata di quattro pescatori. I discepoli hanno un’importanza così fondamentale per la missione di Gesù che egli non la inizia senza prima averli chiamati. La risposta dei quattro è un modello di conversione. Il primato è sempre di Gesù: è lui che cammina, vede, parla, chiama. Il più che possono fare i discepoli è dire sì e distaccarsi dal quanto hanno, anche di più caro, come la barca o il proprio padre.
"Venite" e "vi farò": si diventa pescatori solo dopo aver imparato ad andare dietro a Gesù. Questa è l’unica cosa che dobbiamo fare, il resto lo fa Lui.
L’arazzo di Raffaello
È rappresentata la vocazione di Pietro dopo la pesca miracolosa. Un paesaggio mattutino incantevole. Sull’acqua limpida dai molti riflessi, le due barche piccole per far risaltare i personaggi. Gesù è maestoso e calmo. Gli altri sono emozionati per il miracolo. Pietro e Andrea riconoscono il Salvatore e lo adorano. Sull’altra barca Zebedeo e i suoi due figli sono ancora assorti nel lavoro.
Angelo Sceppacerca