2Sam 12,7-10.13; Gal 2,16.19-21; Lc 7,36-8,3
Il perdono mostra due cose: la gioia di chi lo riceve e la forza di chi lo offre. La gioia è per una povera creatura, la forza dice che questo gesto lo può compiere soltanto Dio. Questa è la lezione di Gesù, il rabbi-Maestro messo alla prova da Simone il fariseo. E questo prova che Gesù è "colui che deve venire", il Messia.
Una peccatrice e un fariseo a confronto dinanzi a Gesù. La prima fa un incontro d’amore e di perdono e trova perdono; il secondo, che si credeva giusto, si scoprirà debitore verso Dio e, finché non avrà imparato che la salvezza è dono, ne resterà privo.
Il fariseo insulta Gesù giudicandolo falso profeta e insulta la donna con l’appellativo di peccatrice, che indicava il mestiere infamante della prostituta. Per i farisei anche il solo contatto era considerato immorale (toccato da una prostituta!); come possono vedere il miracolo di un Dio che cambia il cuore dell’uomo?
La parabola è trasparente: siamo tutti debitori di Dio, tutti peccatori. La differenza sta nel riconoscersi tali o nel presumersi giusti. È questione di amore (che fa vedere) non di formale legalismo (che acceca). Persino l’invito a pranzo rivolto a Gesù era stato solamente un gesto formale. All’opposto il gesto della donna mostra che Dio è già nel suo cuore e dove Dio è presente, il peccato è annullato.
L’amore è radice di tutto, all’inizio e al termine di ogni incontro dell’uomo con Dio. La donna non ha bisogno di essere perdonata per amare poi a sua volta, perché l’amore è già nella ricerca appassionata del perdono. Amore e perdono s’incontrano e Gesù invita i presenti a interrogarsi guardandosi dentro il cuore.
Chi si ritiene giusto e pensa di non aver bisogno di perdono non può accogliere la buona notizia della misericordia di Dio; gli sfugge l’amore. Simone ha un cuore atrofico. La peccatrice è salva non perché santa, ma perché rivolta al solo Santo.
La religione non è un contratto, né il peccato una semplice trasgressione della legge. Solo la fede dice cos’è un "peccato" e dove andare per trovare perdono. L’itinerario è da cuore a cuore, la distanza più grande che si possa compiere nella vita e che porta all’incontro col Dio vivente in Gesù crocefisso e risorto.
Il finale del Vangelo mostra Gesù che viene seguito non soltanto dai discepoli, ma anche dalle donne. Tutto fa credere che questa donna è stata accolta nella comunità di Gesù e lo ha seguito.
Angelo Sceppacerca