At 1,1-11; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20
Gesù s’innalza al Padre, ma continua a operare insieme ai discepoli, rafforzando il loro annuncio a tutto il mondo con impronte potenti che dichiarano vera la Parola. Chi crede è salvo, penitente ma graziato, perché i segni dicono la grande lotta contro il male che la fede affronta e vince. Qui, nel Vangelo di Marco, troviamo la sola volta in cui Signore è unito a Gesù: Gesù è il Signore, seduto alla destra di Dio, speranza suprema dell’umanità, garanzia certa della sua presenza fino alla fine dei tempi nella nostra povera vita.
Ora può iniziare l’opera apostolica. Dopo la Parola di Gesù, segue la parola dei suoi, sicura e autorevole solo perché è spiegazione della sua. I discepoli vanno dappertutto, fino agli estremi confini. Un compito impossibile da addossare a dei poveri uomini, se Dio non fosse loro accanto. L’ultima parola di Marco descrive l’opera della Chiesa e la mostra piena della presenza e dell’azione di Gesù. E grandi segni sono promessi a coloro che crederanno, ai semplici cristiani!
Ora la storia resta in mano nostra, affidata alla nostra responsabilità, alla nostra fede e obbedienza. E anche, inevitabilmente, alla nostra fragilità. Il Signore, però, non ci abbandona, non teme le ferite dell’umanità e le fragilità della stessa Chiesa. Il Vangelo di oggi ci congeda con l’immagine meravigliosa di pochi uomini poveri e fragili che, conquistati dal Vangelo di Gesù, partono per una missione superiore alle loro forze, ma predicano dappertutto per far cristiani tutti i popoli. E il Signore opera insieme con loro e li conferma con i prodigi che accompagnano le loro opere.
L’annuncio dei discepoli non ha a che fare con nessun potere politico, ma non è neppure relativizzato nel senso di chi dice che il compito dell’evangelizzazione consiste nell’aiutare i buddisti a diventare buddisti migliori, i musulmani a diventare più ferventi musulmani, e via dicendo. Il dialogo con le religioni non elimina l’annuncio e la testimonianza della fede cristiana e del battesimo. La missione è necessaria per volontà di Dio, che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti.
Il Salmo canta: "Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con voci di gioia". Sembra dire che i popoli della terra si uniranno al popolo del Signore per aver ascoltato e visto le meraviglie che Egli ha compiuto per esso e in esso. La vita della comunità credente è essenziale nell’annuncio della salvezza a tutti. Tutti "applaudiranno" il Signore per aver visto le sue opere nel suo popolo!
Angelo Sceppacerca