Gen 22,1-2.9.10-13.15-18; Rm 8,31-34; Mc 9,2-10
Gesù è il Messia. A questa rivelazione è legata l’ascesa sul monte, la visione e l’ascolto della voce del Padre. Testimoni sono i tre discepoli che avevano visto risorgere la figlia di Giairo. Ora vedono Gesù trasfigurato, avvolto da una luce divina che irraggia persino dalle vesti, più splendenti di quelle dei messaggeri celesti e bianche come quelle dei martiri. Accanto c’è il profeta Elia che aveva annunciato la fede nell’unico Dio amante dell’uomo ed era stato assunto in cielo su un carro di fuoco! E c’è Mosè, che aveva condotto il popolo dall’Egitto alla Terra promessa.
Nella voce di Pietro c’è la tentazione ad "essere qui", a fare tre "capanne" e fermarsi perché è bello dov’è il Signore. Ma la nube e la voce udita sull’Oreb e sul Sinai rivela un’altra presenza e ai tre discepoli spaventati dice: "Questi è il Figlio mio, l’amato". Gesù è amato da Dio come figlio unico, è il prediletto da ascoltare. A nessun altro va dato ascolto perché lui è la Parola del Dio vivente. Scendendo dal monte, Pietro, Giacomo e Giovanni devono custodire come segreto quello che hanno visto e udito, fino a quando comprenderanno cosa significa risorgere dai morti. Ecco perché la trasfigurazione è la risurrezione anticipata.
I tre discepoli erano molto spaventati, come lo fu Mosè dell’ira del Signore dopo il vitello d’oro. In forte contrasto, invece, la grande mitezza di Gesù e la gloria che squarcia i cieli e manifesta Dio. Contrasto anche fra Pietro che vuole fare (tre tende) e la risposta di Dio che chiede di ascoltare. Più importante della visione escatologica, è la voce: “Ascoltatelo!”. Sta a noi, oggi, cercare il silenzio per ascoltare Gesù e comprendere cosa vuol dire "risuscitare dai morti”. La risurrezione dai morti è il tema perenne dell’esistenza cristiana. Insieme ad ogni discepolo di Gesù passiamo tutta la vita a capire che cosa sia quella risurrezione dai morti che alla fine sarà anche la nostra.
Testimoni della trasfigurazione, come lo erano stati della risurrezione della figlia di Giairo, Pietro, Giacomo e Giovanni saranno presenti anche nel Getsemani. C’è un legame tra questi tre episodi: manifestano il potere di Gesù sulla morte. Anche l’agonia, tuttavia, mostra Gesù che si abbandona totalmente al Padre: la glorificazione del Messia si realizza attraverso la sofferenza e nella luce della risurrezione si comprende il mistero della croce. Il punto di arrivo dell’uomo e dell’universo è la tra-sfigurazione, e non l’essere sfigurato. Il nostro volto non è quello disfatto dalla morte, ma quello trasfigurato della risurrezione.
Alla fine i discepoli, "improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro". Tutto il mistero di Dio e tutto il mistero dell’uomo si raccolgono nella persona di Gesù. Gesù è il modo nuovo e vero di vedere tutti e tutto.
Angelo Sceppacerca